La spaccatura tra MDP e Pisapia

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2017-10-04

I bersaniani annunciano che non voteranno il DEF. I senatori e i deputati vicini a Pisapia annunciano il sì. L’ex sindaco si proclama mediatore nell’interesse del paese. Per il PD i bersaniani hanno già deciso di votare contro la manovra

article-post

Il gruppo di Articolo 1 – MDP al Senato dirà sì – non facendo abbassare l’asticella dei 161 voti richiesta – alla relazione con la quale il governo, in base al nuovo articolo 81 della Costituzione, chiederà al governo l’autorizzazione allo scostamento di medio termine dal deficit. Ma la decisione più dirompente è quella di non partecipare alla nota di aggiornamento al Def. Una linea conseguente a quanto Speranza ha spiegato questa mattina a deputati e senatori di Mdp: “Politicamente non mi sento più parte di questa maggioranza”.

La crisi tra MDP e Pisapia

Campo progressista concorda sulla necessità di mantenere le distanze dalla nota di aggiornamento al Def ma a preoccupare – sottolinea un esponente vicino a Pisapia – sono i toni che gli ex dem hanno deciso di utilizzare. “Le dimissioni di Bubbico non sono certo un segnale positivo”, è l’osservazione. Pisapia non intende smarcarsi dal dialogo con l’esecutivo: “Confido – dice – che arrivino risposte in quella che sarà la discussione e il confronto sulla Legge di bilancio”. I temi posti dall’ex sindaco di Milano e da Mdp sono legati al diritto alla salute e allo studio, alla necessita’ di garantire più tutele ai lavoratori e di rilanciare gli investimenti. “Prendo atto che il Ministro Padoan ha dichiarato che e’ stato avviato un percorso per inserire nella legge di bilancio investimenti per contrastare la povertà”, ha sottolineato l’avvocato milanese che ha preferito quindi non assecondare il mal di pancia manifestato dall’ala moderata di Campo progressista.

mdp pisapia legge di bilancio 2018
La legge di bilancio 2018 (La Stampa, 4 ottobre 2017)

Mentre Mdp dichiara guerra, Bruno Tabacci e sei senatori che si dichiarano vicini a Pisapia, si smarcano e annunciano il sì al Def. Da Campo progressista però spiegano che Pisapia ha lasciato libertà ai gruppi sul Def e continuerà a lavorare per inserire in manovra “alcune norme precise”. Ciccio Ferrara, deputato di Cp che sta in Mdp, reputa insufficienti le risposte di Padoan e si allinea a Speranza. Ma gli uomini vicini al sindaco dichiarano di voler restare al tavolo con il governo.

Le dimissioni di Filippo Bubbico e l’ombra di D’Alema

La linea dura porta Filippo Bubbico alle dimissioni da viceministro. Sulla cautela dell’ex sindaco vince la linea barricadera di Massimo D’Alema, che da tempo predica la sfida al governo fino alle estreme conseguenze: «Ora abbiamo le mani libere», rivendica soddisfatto in tv da Bianca Berlinguer. «E’ un errore, la scelta di Mdp è un frutto malato della scissione: sono convinti di guadagnare più spazio politico andando all’opposizione», sbotta Bruno Tabacci, che alla Camera voterà la risoluzione. Così come faranno a Palazzo Madama sei senatori che si riconoscono in Campo progressista, a partire da Dario Stefano: «Perché dovremmo votare contro? Noi abbiamo interesse a rafforzare il centrosinistra, non a indebolirlo».
massimo d'alema matteo renzi
Pisapia intanto viene invitato a candidarsi in Parlamento dallo stesso D’Alema. Alla Camera sono allineati sulla scelta di voto sul Def anche gli oltre dieci deputati di Mdp che fanno capo al Campo progressista di Pisapia. L’ex sindaco di Milano in serata con una nota difende le possibilità di dialogo con il governo ma anche il proprio ruolo di mediatore “nell’interesse del Paese”. Da un lato sottolinea in positivo la scelta di Mdp di non far mancare il voto sui saldi, dall’altro coglie l’apertura di Padoan auspicando “che arrivino risposte” in legge di bilancio. Ma secondo il Pd i bersaniani hanno “già deciso di votare contro” la manovra. Stamattina intanto Giuliano Pisapia a Radio Capital chiede un passo di fianco (qualunque cosa voglia dire) proprio al Lìder Maximo: “D’Alema sa perfettamente che io sono a disposizione di un progetto unitario e invece lui continua a fare dichiarazione che dividono. Lui era favorevole che oggi non si votasse lo scostamento di bilancio che avrebbe portato all’ aumento dell’Iva. Io e altri abbiamo voluto fare un percorso diverso. Io sono dell’idea che chi non ha obiettivi personali potrebbe fare un pass di fianco, bisogna esser in grado di unire. E vale per lui come per me”.

Potrebbe interessarti anche