Così l'Europa NON ha aperto a Renzi

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2016-10-06

Davvero l’Europa ha aperto a Renzi? L’aiutone che Moscovici ha dato sul referendum parlando di populisti ha già generato polemiche. Nel frattempo però l’Europa ha dimenticato di precisare una cosa

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Pierre Moscovici, commissario UE agli Affari Economici, è tornato a ribadire la fiducia nel governo Renzi sostenendolo ufficialmente contro il populismo: “C’è una minaccia populista. È per questo che sosteniamo gli sforzi di Renzi affinché sia un partner forte all’interno dell’Ue”. Ma, al contrario di quello che si pensa, non ha concesso all’Italia quello che aveva chiesto. Moscovici è infatti tornato a confermare che la Commissione è «pronta a considerare le spese per la crisi di rifugiati o un terremoto o di un Paese che soffre attacchi terroristici come il Belgio».

Così l’Europa NON ha aperto a Renzi

Moscovici ha spiegato ancora più chiaramente il suo pensiero: «Dobbiamo incoraggiare i Paesi che creano molti investimenti, lo abbiamo fatto con l’Italia. Dobbiamo aiutare il Paese che porta avanti riforme strutturali affinché possa avere più tempo, lo abbiamo fatto con l’Italia. Abbiamo detto che saremmo pronti a considerare spese per la crisi di rifugiati o un terremoto o un Paese che soffre attacchi terroristici come il Belgio. Queste flessibilità sono precise, limitate e chiaramente spiegate». Stiamo parlando di spese per un terremoto e di spese per i rifugiati.  Le seconde erano state già riconosciute dall’Unione Europea poco tempo fa, e quindi non c’è nulla di nuovo. Per quanto riguarda le prime, in un’intervista al TG1 Matteo Renzi disse: «E all’Europa diciamo che quello che serve per il terremoto lo prendiamo, punto». Il problema però è che mentre la questione delle spese per l’emergenza e la ricostruzione sarà esclusa dall’indebitamento netto (per 3,2 miliardi), niente è stato concesso dall’Unione Europea per «le scuole», come ha sintetizzato qualche tempo fa sempre il premier in un’intervista al Tg4. Nulla è stato concesso a Renzi di quanto era stato chiamato Casa Italia, progetto annunciato alla fine di agosto, ovvero per la messa in sicurezza dal rischio sismico ed idrogeologico (rispettivamente 2 e 1,3 miliardi), per le scuole (4 miliardi), per le case popolari (800 milioni) e per altri interventi di minore entità. Non risulta che quei soldi siano stati concessi all’Italia ad oggi. D’altro canto Moscovici ha parlato di terremoto e migranti, non di rischio sismico o idrogeologico.

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Il riepilogo dei numeri della Legge di Stabilità 2017 (Il Sole 24 Ore, 27 settembre 2016)

Renzi quindi incassa un generico sostegno dal punto di vista politico e però le tasche rimangono vuote per uno dei progetti più importanti per l’Italia da tutti i punti di vista. Nel frattempo possiamo gustare reazioni pacate come quella di Giorgia Meloni: “I burocrati della Commissione europea corrono in aiuto del loro pupazzo Matteo Renzi. Il Commissario UE agli affari economici ha dichiarato, fregandosene di ogni regola democratica, che “in Italia c’è una minaccia populista, è per questo che sosteniamo gli sforzi di Renzi”. Dopo queste parole ha aggiunto che la UE concederà al governo italiano ulteriore flessibilità “per migranti e terremoto” (ma come al solito Renzi utilizzerà questo ulteriore deficit per pagare le sue marchette elettorali). Questi parassiti della Ue – ha aggiunto- ormai non badano neppure a salvare le apparenze e dichiarano apertamente che le istituzioni europee prendono le loro decisioni per contrastare i “populisti” (come loro chiamano il popolo) e agevolare il governo Renzi-Alfano (a loro tanto caro). Quello che questi signori non sanno è che gli italiani sono stanchi dei loro squallidi metodi e il 4 dicembre faranno rimbombare in tutta Europa un clamoroso NO”. Altre reazioni saranno su questi toni. Proprio un bell’affare ha fatto Renzi con Moscovici.

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