Cosa si può fare e cosa no dal 4 maggio: le nuove regole

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-04-28

Gli spostamenti finora consentiti soltanto nel proprio Comune di residenza vengono ampliati all’intera Regione di residenza e cambierà il modulo autocertificazione per gli spostamenti. Ma per muoversi bisognerà comunque rientrare in quattro motivazioni

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La Stampa riepiloga oggi in un’infografica cosa si può fare e cosa no dal 4 maggio, ovvero le nuove regole dettate dal DPCM 26 aprile del governo Conte. Le riepiloghiamo, segnalando però che per quel che riguarda le seconde case ieri la ministra delle Infrastrutture e dei Trasporti Paola De Micheli ha chiarito che il divieto resta anche per quelle che si trovano nella stessa regione “Non si possono raggiungere le seconde case nell’ambito di questo DPCM. Bisogna rimanere nella casa di residenza”. La norma sul divieto di recarsi nelle seconde case era in ogni caso contenuta nell’ordinanza del ministero della Salute del 20 marzo scorso. Il Dpcm non l’ha annullata e quindi l’ordinanza va considerata ancora in vigore. L’ordinanza stabilisce: “Nei giorni festivi e prefestivi, nonché  in quegli altri che immediatamente precedono o seguono tali giorni, è vietato ogni spostamento verso abitazioni diverse da quella principale, comprese le seconde case utilizzate per vacanza”. Il Dpcm, pubblicato oggi in Gazzetta Ufficiale, vieta inoltre gli spostamenti, che non siano per lavoro, necessità, urgenza e per andare a trovare i congiunti.

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Il divieto di andare nelle seconde case non vale però in Veneto e in Liguria, dove i governi regionali hanno varato specifiche ordinanze. Ricordiamo che gli spostamenti finora consentiti soltanto nel proprio Comune di residenza vengono ampliati all’intera Regione di residenza e cambierà il modulo autocertificazione per gli spostamenti. Ma per muoversi bisognerà comunque rientrare in quattro motivazioni: «Comprovate esigenze lavorative o situazioni di necessità o per motivi di salute» e — novità rispetto alla fase 1 — «si considerano necessari gli spostamenti per incontrare congiunti», purché «venga rispettato il divieto di assembramento, la distanza interpersonale di almeno un metro» e si usino le mascherine. Non si potrà andare in un’altra Regione a meno che non si abbiano le quattro esigenze contenute nel Dpcm e per il tempo necessario a svolgere queste incombenze. Si può sempre far ritorno presso il proprio domicilio o residenza. Chi torna dall’estero deve rimanere in quarantena 14 giorni. Si può invece andare a passeggiare anche lontano da casa, massimo in due oppure con i bambini, ma bisogna comunque stare attenti a mantenere la distanza dagli estranei. Anche la passeggiata con il cane si può fare non più «in prossimità della propria abitazione». Le aree verdi saranno aperte e «l’accesso del pubblico ai parchi, alle ville e ai giardini pubblici», si legge nel decreto, «è condizionato al rigoroso rispetto» del divieto di assembramento e «della distanza di sicurezza interpersonale di un metro». Le aree attrezzate per il gioco dei bambini restano comunque chiuse e i sindaci potranno disporre temporanei blocchi di specifiche aree in cui non è possibile assicurare il rispetto della distanza di sicurezza e del divieto di assembramento oppure prevedere un accesso scaglionato.

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