Massimo Giletti e la trattativa Stato-Mafia sui boss scarcerati

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-04-28

Oggi il Corriere di Cairo intervista il conduttore di una trasmissione di Cairo (scopa!) facendoci sapere che ha fatto un sacco di ascolti. E cerca di farne di più la prossima volta: «Non voglio ricorrere alla trattativa Stato-mafia ma il silenzio totale delle carceri mentre i boss stanno uscendo non è normale».

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In Italia il conflitto d’interessi non esiste perché gli interessi vanno sempre d’amore e d’accordo, diceva qualcuno. E chissà perché viene in mente questa frase oggi che il Corriere della Sera di Urbano Cairo intervista Massimo Giletti, conduttore di una trasmissione che va in onda su La7 di Urbano Cairo e che si chiama “Non è l’Arena, è Salvini” (copyright Marco Travaglio), il quale fa insinuazioni gravissime su presunti accordi Stato-Mafia usando uno di quei furbissimi retorici che al primo rischio di incidente diplomatico diventano un coraggiosissimo “Ehy ma io mica ho detto che”. E nel frattempo il Corrierone ci fa anche sapere che quella di Giletti è “Una trasmissione effervescente che ha avuto ottimi dati di ascolto (8,9%), superando anche Fabio Fazio“, purtroppo mancando il successivo e necessario “Or che bravo sono stato, posso fare anche il bucato?”:

Cos’altro teme che sia successo?
«Mi colpisce che, dopo le proteste, le carceri siano improvvisamente tranquille».

Che sospetti ha?
«Non voglio ricorrere alla trattativa Stato-mafia ma il silenzio totale delle carceri mentre i boss stanno uscendo non è normale».

Basentini ha spiegato il caso Zagaria. Non la convince?
«No. Ha detto che a disporre il suo trasferimento è stata un’autorità sanitaria. Com’è concepibile? Se fosse vero sarebbe una follia. Altrimenti mente».

Basentini dice che ci sarà un’ispezione al Tribunale di sorveglianza.
«Il ministro dovrebbe mandarla al Dap che, secondo le carte, dal 9 aprile ha risposto ai magistrati solo il 24: il giorno dopo che il Tribunale di Sorveglianza ha deciso. C’è qualcosa di non chiaro. E quindi chiedo: hanno mentito a Sassari o al Dap?».

Ora, vale la pena ricordare che il botta e risposta tra Maresca e Basentini a Non è L’Arena: è Salvini è andato invece in scena in questo modo:

Ora “Come mai Pasquale Zagaria non è stato trasferito in un altro carcere, a Viterbo, a Roma o a Pisa dove c’è un centro sanitario di eccellenza?” ha chiesto il magistrato Maresca. Basentini ha replicato: “Mi sorprende che queste cose le dica un magistrato antimafia. Il trasferimento di un detenuto in queste condizioni è oggetto di valutazione sanitaria”.

Invece l’istanza di scarcerazione temporanea presentata dai difensori, gli avvocati Andrea Imperato, Angelo Raucci e Lisa Vaira, è stata accolta sulla base del diritto alla salute: il detenuto, attualmente al 41bis a Sassari, perché è affetto da una grave patologia (un tumore) per la quale, a causa dell’emergenza COVID-19, il penitenziario sardo non è in questo momento in grado di garantire le dovute cure. Il boss starà ai domiciliari per cinque mesi. Uno stato che voglia appena appena definirsi di diritto non fa morire nessuno con un tumore in carcere e semmai il problema non è Zagaria che esce ma quelli che oggi ci muoiono perché non possono permettersi avvocati del calibro di quelli del boss. Ma soprattutto, non vogliamo ricorrere all’analfabetismo funzionale (cit.) ma è incredibile che Giletti dica “ha deciso l’autorità sanitaria” o lo attribuisca a Basentini (che non lo ha detto, anche se il suo palese tentativo di scaricabarile fa capire perché tanti chiedano le sue dimissioni) perché non hanno deciso i medici: hanno deciso i giudici. E non vogliamo ricorrere un’altra volta all’analfabetismo funzionale (cit.), ma è incredibile che Giletti, che ci fece sapere di essere laureato in giurisprudenza dopo aver ripetuto fino alla noia durante una sua trasmissione che avevamo un presidente del consiglio “non eletto”, non sappia che in Italia esiste la tripartizione dei poteri e che questi poteri, tra cui c’è la magistratura, sono indipendenti tra di loro. Infine, sulla storia della mail in ritardo del DAP il Fatto Quotidiano ci fa sapere oggi:

E veniamo al Dap. Secondo quanto risulta al Fatto, non è vero che non risponde al giudice,ma è vero che si rivolge direttamente al Tribunale di Sorveglianza solo il 23 aprile, giorno della concessione dei domiciliari. Prima del 23 il Dap, però, prova a trovare un carcere al tertativo a quello di Sassari da proporre al giudice, a cui spetta sempre la decisione. Il 14 aprile il Dap, sollecitato dal Tribunale di Sorveglianza l’11 aprile, chiede alla direzione del carcere di Sassari una relazione sulla situazione sanitaria di Zagaria, il 15 arriva la relazione in cui si spiega che gli accertamenti diagnostici e una cura di cui ha bisogno il boss non sono più possibili nell’ospedale di Sassari “perché destinato esclusivamente a emergenza Covid-19”. Attenzione, si spiega anche che Zagaria, operato mesi prima di tumore, non è grave, le sue condizioni sono “discrete e stabili”.

Quindi il Dap pensa di poterlo trasferire in una cella singola nel carcere di Cagliari, in modo che possa andare nell’ospedale locale. Il 22 aprile lo stesso Dap, con una email urgente alla direzione sanitaria competente in Sardegna, chiede se l’ipotesi Cagliari sia fattibile. Il 23 aprile il Dap riceve un no, non solo su Cagliari, ma sull’intera Sardegna. Lo stesso 23 aprile il Dap, mettendo a conoscenza con una email urgente anche il Tribunale di Sorveglianza di Sassari, scrive alla direzione del carcere sassarese affinché contatti immediatamente gli ospedali Belcolle di Viterbo o il Pertini di Roma, che hanno reparti di medicina protetta, per capire se ci sia lì un posto. Il giorno di quella email del Dap, inoltrata anche al Tribunale di Sorveglianza di Sassari, è quello in cui vengono concessi i domiciliari a Zagaria fino al 22 settembre. Email arrivata troppo tardi? Email ignorata? Pure questo aspetto sarà oggetto dell’inchiesta degli ispettori di Via Arenula attivati dal ministro Alfonso Bonafede.

Leggi anche: Travaglio contro Giletti e il programma “Non è l’Arena: è Salvini”

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