Coronavirus: in Italia più denunciati che contagiati

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2020-03-18

In Italia i numeri della diffusione del contagio continuano a destare preoccupazione. Ma dovrebbero far più paura quelli delle persone denunciate per aver violato le disposizioni del DPCM che ha vietato gli spostamenti non necessari e che se ne vanno in giro a fare gli affari loro come se niente fosse

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La vita al tempo di COVID-19 è fatta soprattutto di numeri. I più importanti sono i dati sui contagi: tutti aspettano il bollettino giornaliero per capire se le misure di contenimento decise dal governo stanno davvero avendo gli effetti sperati nel fermare la diffusione dell’epidemia di Coronavirus SARS-COV-2. Ci sono poi i numeri dei tamponi effettuati, su quelli c’è davvero molta confusione e non si sa quante persone vengano effettivamente testate, pure tra coloro che hanno i sintomi che abbiamo imparato essere “caratteristici” di Covid-19.

Poco più di 26 mila positivi (su 125 mila tamponi eseguiti)

Ma ci sono anche altri numeri: quelli dei controlli effettuati dalle forze dell’ordine per verificare il rispetto del DPCM “Io Resto a Casa” che impone di evitare tutti gli spostamenti non necessari. Ed è qui che i dati si fanno interessanti. Perché ad oggi, secondo la Protezione Civile, in Italia ci sono attualmente 26.062 persone positive a SARS-CoV2, 2.941 guariti, 2.503 deceduti per un totale di 31.506 pazienti positivi al coronavirus. La regione con il maggior numero di persone contagiate dal coronavirus è la Lombardia (con 12.095 casi attuali), seguita da Emilia-Romagna (3.404) e Veneto (2.704).

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Per quanto riguarda i test con il tampone dal 26 febbraio in teoria si fanno solo a soggetti sintomatici e a coloro che hanno avuto contatti con pazienti positivi al Covid-19. Secondo il Sole 24 Ore alla data del 15 marzo erano stati effettuati in tutta Italia circa 125mila tamponi. E c’è il paradosso: la nuova autocertificazione prevede di dichiarare di non essere positivi, ma l’unico modo per saperlo è aver fatto il tampone, che non viene fatto a tutti.

Oltre 35 mila denunciati (su 838 mila controlli) per violazione delle disposizioni del DPCM coronavirus

Il numero delle persone controllate dalle Forze di polizia per il monitoraggio dei DCPM dell’8 e del 9 marzo che hanno creato la “zona protetta” italiana è decisamente maggiore. Nella giornata del 16 marzo, scriveva ieri il Ministero dell’Interno, sono state controllate 172.720 persone e 7.890 sono state denunciate. Per quanto riguarda gli esercizi commerciali ne sono stati controllati 97.551. A seguito dei controlli 217 esercenti sono stati denunciati ed è stata sospesa l’attività di 22 esercizi commerciali.

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Dall’entrata in vigore dei decreti e dall’inizio dei controlli (11 marzo) in totale sono 838.200 le persone controllate, 35.506 quelle denunciate ex articolo 650 C. P. (per inosservanza delle disposizioni dei DPCM), 722 le denunce ex articolo 495 C. P. (vale a dire per falsa dichiarazione a pubblico ufficiale), 415.502 gli esercizi commerciali controllati e 1.319 i titolari denunciati.

Quelli che invece che rispettare la quarantena si fanno i fatti loro in giro (mettendo a rischio la salute di tutti)

Ne emerge un quadro piuttosto desolante. Anche se non c’è una quarantena vera e propria migliaia di italiani fanno i furbi pensando magari di essere immuni a Covid-19. Così facendo però il numerino importante, quello del numero dei casi positivi, farà più difficoltà a fermarsi e a scendere. Quello che tutti vogliamo è che l’epidemia rallenti, in modo da poter riprendere quanto prima le nostre vite normali (o quello che ne rimane). Come è noto ci si può spostare esclusivamente per motivi di lavoro, per emergenze sanitarie o per ragioni di necessità (ad esempio fare la spesa). È consentito uscire a passeggiare, portare fuori il cane o fare attività fisica a patto di non allontanarsi dal proprio quartiere e di rispettare il divieto di assembramento.

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I casi di persone che violano queste semplici regole, che servono a proteggere la salute di tutti, sono i più vari. Ci sono i due cittadini italiani della provincia di Savona fermati con 140 chili di cocaina durante un controllo e ci sono i due ventenni fermati  all’interno del cimitero di Busto Arsizio (Varese) mentre stavano giocando a Pokemon Go. Un gruppo di giovani ha pensato bene di scavalcare la recinzione del centro sportivo del comune di Rottofreno (Piacenza) per organizzare una partita di calcetto. A Pordenone un 36enne e un 37enne di origine romena residenti fuori provincia sono stati fermati dai Carabinieri ai quali hanno detto che erano in giro per cercare di incontrare una ragazza conosciuta su Facebook.

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I Carabinieri della Stazione Roma Nuovo Salario hanno denunciato a piede libero una coppia – 36enne di Verbania lui e 34enne romana lei – per “inosservanza dei provvedimenti dell’Autorita'”. Nel corso di un servizio di controllo del territorio, i militari hanno sentito musica provenire dall’interno del Parco delle Sabine e sono intervenuti per una verifica, sorprendendo i due che bivaccavano sul prato, intenti a suonare una chitarra contravvenendo alle misure restrittive imposte per il contenimento del coronavirus. A Milano, in zona Mecenate, i carabinieri della stazione di Rogoredo hanno pizzicato una cittadina tunisina di 40 anni e un egiziano di 23, intenti ad amoreggiare in un’auto parcheggiata sulla strada. Quattro clienti e il titolare di un ‘weed shop’, negozio adibito alla rivendita di cannabis light, con annesso sexy shop sono stati denunciati da carabinieri del nucleo operativo della compagnia di Catania Piazza Dante. A Viareggio la polizia municipale ha denunciato 10 pedoni trovati in giro senza valido motivo. La polizia locale di Settimo Torinese ha invece denunciato trenta persone per assembramento non autorizzato in un magazzino all’ingrosso della città, in via Torino. Otto ragazzi, di cui due ancora minorenni, sono stati denunciati ieri pomeriggio dalla polizia a Pontedera, perché si erano radunati in gruppo nel piazzale di un centro commerciale e infastidivano i clienti regolarmente in coda e in attesa di fare la spesa.

Foto copertina via Facebook.com credits: Polizia di Stato

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