Attualità
Come cambiare la schifosa immagine dell'Italia nel mondo
Giovanni Drogo 23/04/2015
All’estero parlano poco e male del nostro Paese perché non siamo in grado di raccontare i nostri successi e di proporre una narrativa vincente capace di attrarre investitori e turisti. Ed intanto Papa Francesco va meglio di Renzi
Qualche tempo fa, durante un incontro con alcuni imprenditori Matteo Renzi diceva che uno dei problemi dell’Italia era l’incapacità di riuscire a vendersi chiedendo aiuto e consigli su come riuscire a far sfondare il “brand” Italia. In quell’occasione il Presidente del Consiglio aveva in mente la promozione turistica del marchio Italia ma perché non rilanciare l’immagine dell’Italia nel Mondo? Ci hanno provato in molti e con risultati deludenti, dal logo Magic Italy di Berlusconi&Brambilla con tanto di lens flare accecante alle suppliche nell’inglese robotico di Rutelli che implorava i turisti stranieri di visitare il Bel Paese.
VALORIZZARE L’IMMAGINE, GOVERNARE L’AGENDA
Molto probabilmente i turisti non hanno bisogno di essere convinti da un politico a visitare l’Italia. Ma i tentativi di Renzi, berlusconi e Rutelli ci dicono una cosa che tutti gli italiani sanno bene: l’immagine dell’Italia all’estero è tutta da ricostruire. A confermarcelo uno studio di Roland Schatz di Media Tenor sulla rappresentazione identitaria del nostro Paese dal titolo “Stereotypes frame perception of Italy“. Schatz presenterà il suo lavoro oggi a Roma ad un convegno sull’organizzazione delle Agende del Discorso Pubblico organizzato da Ferpi, la Federazione Relazione Pubbliche italiana. L’importanza di capire come ci vedono gli altri non riguarda solo il turismo ma anche la capacità di attrarre investimenti finanziari e per fare questo è necessario, secondo Schatz, cambiare la percezione che i media stranieri hanno di noi:
During the past 20 years Italy is less framed by its government, but by a stereotype-driven news focus abroad: With a base of 100-150 stories on corruption, inefficient justice etc. it becomes obvious that Italy needs on top at least 300 reports on winning stories to change the perception. The message to the corporate community around the world remains clear by reading WSJ, FT or any other business media: Investing in Italy is driven by risk. All signs of slow improvement fall on an unprepared ground of distrust within the community of business elite media around the world.
Il problema è che i giornali e le fonti d’informazione straniere raramente raccontano storie italiane di successo (a parte le vittorie sportive) le notizie che parlano del nostro Paese hanno generalmente una connotazione negativa (ad esempio il caso della Costa Concordia) e quindi non siamo in grado di superare lo stereotipo che ci vuole “casinisti” o peggio.
MATTEO RENZI? MEGLIO PAPA FRANCESCO
Al di fuori dell’Italia di quello che fa Matteo Renzi sembra che non interessi quasi nessuno. Il che forse è un bene visti i precedenti di Berlusconi e delle copertine a lui dedicate dalla stampa estera. Ma significa anche che la politica di riforme del Governo Renzi non è in grado di lasciare un marchio ben visibile e riconoscibile in grado di coagulare narrazioni positive. Che sia il solito problema della sinistra italiana – che si ripete da quando Prodi salì al Palazzo Chigi – che quando è al governo non riesce a far sapere cosa ha fatto di buono? Il “personaggio politico italiano” più apprezzato e raccontato all’estero è invece Papa Francesco.
Interessante è notare che in Italia Renzi viene accusato di non aver saputo incidere in Europa e in politica estera (l’Italia che subisce la potenza altrui, dall’India alla Germania) mentre i media stranieri raccontano del nuovo approccio del Premier alla politica internazionale e nei rapporti con l’Unione Europa. In Italia invece (il paragone è Rai Uno) siamo più interessati al suo modo di gestire il partito (cosa che da fuori viene vista in modo positivo mentre da noi prevalentemente in modo negativo).
Oltre confine le riforme promesse da Renzi vengono viste come una speranza per la rinascita del paese ma è ancora presto perché le riforme non sono ancora arrivate
Il problema rimane in ogni caso uno scarso interesse internazionale per le vicende economiche e finanziare italiane. Un punto questo su cui è importante invertire la tendenza, perché è sull’opinione dei media che si forma anche quella dei futuri investitori.
LA GRANDE OCCASIONE DELL’EXPO
L’Italia ha disposizione quest’anno una carta importante da giocare per rilanciare la sua immagine e prendere controllo in modo attiva dell’agenda del discorso pubblico intorno alle vicende italiane: l’EXPO. Ancora una volta però le classiche vicende italiane, le storie di corruzione e disorganizzazione hanno avuto la meglio sui media, appannando l’immagine dell’evento a livello internazionale. Non è ancora tutti perduto perché abbiamo a disposizione sei mesi per raccontare una grande storia di successo. Per farlo però è necessario che Expo non solo sia un successo ma che la forza della narrativa sia in grado di varcare i confini nazionali e dare una rappresentazione positiva del nostro Paese. Il caso da prendere ad esempio è quello dell’esposizione internazionale di Shangai che ha avuto un’immensa risonanza sui media internazionali contribuendo alla creazione dell’immagine di una Cina proiettata verso il futuro. Per invertire la tendenza non basterà però un buon PR o un appello in inglese.