Christian Ballena: i misteri dietro la morte di SAOR

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-05-21

Christian Ballena è stato trovato senza cellulare né occhiali da vista e con tracce di sangue sotto il naso. Chi indaga esclude che si possa trattare di un tentativo di rapina finito male

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Christian Ballena in arte Saor è il trapper trovato morto domenica mattina all’alba sul marciapiede di via Anassimandro a Tor Pignattara. Il ragazzo di 29 anni è stato trovato senza cellulare né occhiali da vista e con tracce di sangue sotto il naso. Chi indaga esclude che si possa trattare di un tentativo di rapina finito male. Spiega oggi Repubblica Roma:

Il portafogli, i documenti e i gioielli che abitualmente indossava sono stati infatti ritrovati. Eppure non è stato trovato il cellulare che l’artista utilizzava anche come strumento di lavoro postando sui social i video delle tracce musicali insieme alle foto dei tatuaggi. Non sono stati trovati neanche gli occhiali da vista che indossava sempre: l’ipotesi è che non fosse solo quando si è accasciato a terra e che chi era con lui abbia portato via il telefono per cancellare ogni traccia.

C’è poi un altro pesante interrogativo: cosa ha causato la morte? Il medico legale dall’esame esterno ha accertato che sotto il naso erano presenti delle tracce di sangue ma nessun segno di violenza. Bisognerà attendere i risultati dell’autopsia per conoscere le condizioni del giovane al momento del decesso provocato, forse, da un mix di alcol e droghe: «Sappiamo che in passato ha fatto uso di sostanze stupefacenti e che conduceva una vita notturna movimentata», confermano gli investigatori che stanno cercando anche di ricostruire quelle ultime drammatiche ore.

saor morto tor pignattara

Gli amici più stretti intanto hanno riferito che Saor si era trasferito a pochi metri da dove è stato trovato morto. Era ospite a casa di due ragazzi, amici di vecchia data. Ascoltati a lungo anche i genitori che non avevano sue notizie da due giorni ma che hanno precisato: «Stava registrando un disco e quindi non ci siamo preoccupati del suo silenzio».

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