Chiusure e divieti per riaprire a Pasqua. La linea dura di Speranza

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Speranza spiega che "purtroppo con le varianti in circolazione continuare con le restrizioni è indispensabile". I presidenti di regione, agevolati anche dalla neoministra agli Affari Regionali Gelmini, puntano a diversificare le misure per le diverse attività economiche

Oggi il nuovo decreto del governo Draghi prorogherà il divieto di spostamento tra regioni in scadenza al 25 febbraio. La restrizione dovrebbe rimanere valida per altri trenta giorni. Ma la diffusione delle varianti vede contrappposta la linea di Speranza, che durante il vertice con le regioni ha spiegato che “purtroppo con le varianti in circolazione continuare con le restrizioni è indispensabile” e la linea dei presidenti di regione. Non passa, almeno per ora, l’ipotesi della zona arancione allargata a tutto il territorio nazionale,



Chiusure e divieti per riaprire a Pasqua. La linea dura di Speranza

Cosa è successo durante il vertice, a cui erano presenti, in videoconferenza, Speranza, la neo ministra per gli Affari Regionali Gelmini e i presidenti di regione? Se il ministro della Salute ha fatto presente che non è possibile in questo momento allentare la presa e permettere riaperture, mentre i governatori, spiega il Corriere, puntano a difersificare i divieti per le varie attività per dare respiro ai settori economicamente colpiti in questi mesi:

Nel documento approvato all’unanimità dai governatori e inviato al governo, si chiede «una revisione dei parametri e del sistema delle zone», ma anche nuovi protocolli che possano individuare i settori da far ripartire e quelli che devono invece seguire «un regime più stringente per specifici contesti territoriali». In questo modo si ottiene una classificazione che lega la riapertura delle attività agli indici di circolazione del Covid. Vuol dire che dove l’Rt è più basso sarà possibile valutare la ripartenza, sia pur graduale, di alcuni settori. «Chiediamo di valutare le restrizioni che si sono rivelate più o meno efficaci, per soppesare quali attività sia necessario chiudere o limitare e quali invece possano essere riaperte, con protocolli aggiornati. Tale soluzione risulta essenziale ed opportuna in quanto alcune attività risultano totalmente chiuse da diversi mesi e il prolungarsi di tale situazione risulterebbe esiziale». In realtà su questo aspetto i governatori hanno mostrato opinioni diverse e dunque sarà il governo a prendere la decisione che possa sintetizzare le varie posizioni. Speranza comunque non arretra: «La linea del rigore deve essere confermata, l’incidenza delle varianti è ancora pesante».



Determinante nel nuovo equilibrio è stata proprio Maria Grazia Gelmini. Se prima Speranza, spiega un governatore, trovava una sponda in Boccia nel portare avanti la linea rigorista, ora la ministra forzista agevola le istanze che puntano a mitigare gli effetti sulle attività economiche: «Prima  Boccia e Speranza si spalleggiavano a vicenda sulla linea “rigorista”, mettendo in secondo piano gli aspetti economici e sociali. Con Gelmini c’è più attenzione alle ripercussioni delle decisioni su imprese e famiglie, mentre Speranza ha continuato lanciare l’allarme per le varianti». Il risultato è che oggi in CdM, a parte la proroga del divieto di spostamento tra regioni, ci possa essere una situazione meno compatta riguardo a come affrontare la possibile terza ondata, racconta il Messaggero:

L’attenzione non è rivolta al decreto che verrà licenziato oggi – sembra ormai tramontata la stagione dei dpcm – ma a quello che il governo dovrà fare il 5 marzo e che potrebbe contenere novità sul sistema dei colori, sulle tipologie di attività che possono essere çhiuse o aperte e sulla campagna vaccinale. Il vecchio dpcm che divide l’Italia in zone scade infatti il 5 marzo, ma già ieri sera i presidenti di regione si sono fatti sentire e hanno respinto l’idea di un’unica zona arancione trovando una sponda non da poco nella ministra Gelmini da sempre sensibile non solo all’emergenza sanitaria, ma anche a quella economica. Il ministro della Salute è soddisfatto per la proroga del blocco di spostamenti tra regioni, che salva comunque gli spostamenti tra piccoli Comuni e la regola, per ora valida fino al 5 marzo, che consente di spostarsi verso un’altra abitazione privata massimo in due persone, con i figli minori di 14 anni. Speranza è però preoccupato per la forte circolazione della variante inglese che «entro un mese» potrebbe soppiantare in Europa il virus conosciuto giusto un anno fa, e non esclude ulteriori restrizioni. Ma i presidenti di Regione sono sul piede di guerra e avanzano una serie di proposte che oggi la ministra Gelmini porterà sul tavolo del Consiglio



Una cosa è però certa: il metodo del governo Draghi nel comunicare le nuove misure sarà quello di condividerle con le regioni e di annunciarle con largo anticipo.