Attualità
“Chiudere tutto per due settimane”: l’ipotesi di Gimbe per fermare le varianti
di neXtQuotidiano
Pubblicato il 2021-02-16
Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe, spiega che un lockdown di due settimane congelerebbe la curva e permetterebbe un tracciamento più efficace. Gli fa eco Andrea Crisanti che spiega che la politica è spesso stata in ritardo durante la pandemia
Il lockdown è necessario per contrastare la diffusione delle varianti del Coronavirus che ormai rappresentano il 20% dei contagi? Dopo le dichiarazioni di Ricciardi i virologi si dividono. Nino Cartabellotta della Fondazione Gimbe spiega che uno stop di due settimane potrebbe dare la possibilità di riprendere con efficacia il controllo del tracciamento, meccanismo inceppato dall’avanzata dei contagi.
“Chiudere tutto per due settimane”: l’ipotesi di Gimbe per fermare le varianti
Cartabellotta ha spiegato durante la trasmissione L’Italia s’è desta‘:
“Al di là della sintonia con Ricciardi su una serie di idee, credo che il suo ragionamento sia allineato con quello che abbiamo pubblicato prima del periodo natalizio. La strategia che il governo ha assunto è quello della convivenza con il virus, varando misure per evitare la saturazione degli ospedali. Questo tipo di strategia possiamo portarla avanti per tutto il 2021, con stop&go a seconda della situazione, sapendo che la zona rossa funziona bene, quella arancione in maniera alternata, quella gialla sostanzialmente non dà benefici dal punto di vista del contrasto alla diffusione del virus. Chiudere tutto per 2 settimane significherebbe abbassare la curva per poter riprendere il tracciamento, la mia preoccupazione però è legata al fatto che non tutte le regioni siano pronte all’attività di testing e tracciamento. Dobbiamo decidere se siamo disponibili ad accettare una restrizione maggiore per abbassare la curva, oppure se accettiamo di avere un 2021 che andrà avanti con stop&go. Immaginare che la somministrazione del vaccino possa far migliorare la situazione è molto difficile, sia per i tempi sia per l’incognita varianti. L’obiettivo dovrebbe essere far circolare il virus meno possibile e non abbassare il carico sugli ospedali, tutti i Paesi invece hanno scelto la seconda via”
A difendere la visione di Ricciardi oggi è stato anche Andrea Crisanti, che durante la trasmissione Agorà ha spiegato che il lockdown sarebbe stato utile durante il periodo natalizio. E che gli scienziati devono avvertire perché spesso la politica durante la pandemia “ha agito in ritardo”. E, continua Crisanti, l’agenda non la dettano né i politici né gli scienziati, ma la fa il virus:
“Premetto che il lockdown sarebbe stato necessario a Natale. La variante inglese in 15 giorni passa dal 10% al 60% con le conseguenze che abbiamo visto in Inghilterra. L’agenda non la decidono i politici né gli esperti, la fa il virus”.
Andrea Crisanti#agorarai pic.twitter.com/wKCYOzgxbI— Agorà (@agorarai) February 16, 2021