L'assedio al centro di accoglienza di via del Frantoio

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2017-08-30

Un uomo è stato accoltellato alla schiena dopo una lite tra un uomo che vive nella struttura e dei ragazzini. Casapound parla del sequestro di una donna e del figlio

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Assedio nella notte al centro di accoglienza di via del Frantoio, in zona Tiburtino Terzo alla periferia di Roma. Da una prima ricostruzione, tutto è nato da una lite in strada tra un eritreo di 40 anni, ospite della struttura, e alcuni ragazzini. Poco dopo una mamma è andata nel centro per regolare i conti. Ostacolata nell’uscita da una cinquantina di persone ha chiesto aiuto a circa 50 residenti che hanno assediato i cancelli. L’eritreo è stato accoltellato alla schiena. Indagano i carabinieri.

L’assedio al centro di accoglienza di via del Frantoio

Sul posto, intorno alle 00,30, sono intervenuti polizia e carabinieri ma la maggior parte delle persone si erano già disperse. Mauro Antonini, responsabile per CasaPound del Lazio, riporta una ricostruzione dei fatti che cozza con quello della polizia e senza fare accenno alla persona accoltellata:

Stanotte alcuni residenti del quartiere hanno affollato i cancelli dell’ingresso del centro d’accoglienza di via del Frantoio inferociti.
Pare che una donna sia stata rapita dagli ospiti del centro gestito dalla Croce Rossa in seguito ad un diverbio.
È dovuta intervenire la celere per sedare gli animi ed evitare un assalto alla struttura.

Anche altri su Facebook riportano la stessa ricostruzione:

via del frantoio centro di accoglienza
Via del frantoio (Foto e status da: Facebook)

Secondo una prima ricostruzione, tutto sarebbe partito intorno alle 22,30, quando un cittadino eritreo ospite del centro di accoglienza ha lanciato dei sassi – senza colpirli – contro dei bambini che giocavano nei pressi del centro. Uno dei ragazzini avrebbe riferito i fatti alla madre e quest’ultima si sarebbe quindi recata presso il centro per affrontare il responsabile del lancio di sassi. Ne è scaturito un parapiglia, con la donna circondata da alcuni migranti e impossibilitata ad uscire dalla struttura. In suo soccorso sono arrivate numerose persone, amici e parenti della donna, che avrebbero affrontato i migranti. Al termine degli scontri è rimasto ferito lo stesso cittadino eritreo accusato di aver lanciato i sassi, colpito con un arma da taglio o con una bottiglia alla spalla: è stato portato all’ospedale Pertini non in pericolo di vita.

Il ferito in via del Frantoio

“La persona eritrea ferita non è ospite del Presidio Umanitario dalla fine di luglio scorso ma è attualmente inserito nel programma di relocation ospite del CAS Staderini”, ha fatto intanto sapere la Croce Rossa. L’uomo era stato cacciato. La Procura di Roma ha intanto aperto un’inchiesta sul ferimento di un uomo eritreo avvenuto nella notte al Tiburtino terzo, quartiere periferico della Capitale. Il pm che si occupa del caso, Alberto Galanti, indaga per tentato omicidio.
centro di accoglienza via del frantoio
Pamela, la donna che la scorsa notte è andata nel centro di accoglienza di via del Frantoio, poi assediato dai residenti, ha parlato con l’ANSA dando la sua versione dei fatti: – “Mi hanno sequestrata per un’ora insieme a mio nipote di 12 anni, trascinata all’interno del centro per due volte e colpita. Ho avuto paura, pensavo di morire”. “Loro erano in tanti, una cinquantina – aggiunge – mi sono coperta il volto e speravo che non facessero nulla di male al bambino”. Secondo la versione del centro, invece, sembra che tutto sia partito quando un 40enne eritreo incensurato, descritto dai conoscenti come persona un po’ ‘svitata’ ma non aggressiva, ha lanciato un sasso, senza colpirli, verso alcuni bambini di circa 10 anni che giocavano in strada e che lo stavano prendendo in giro per la sua mania di raccogliere le cicche di sigaretta. Uno dei bambini avrebbe poi raccontato quanto accaduto alla madre, una donna con problemi di alcol e droga che immediatamente, addirittura scalza, si sarebbe lanciata alla ricerca del migrante eritreo nei vari centri di accoglienza presenti in zona. Durante le ricerche, la donna avrebbe fatto “proseliti” tra alcuni residenti del quartiere incontrati per strada, arrivando poi al centro di via del Frantoio dove si trovava il 40enne eritreo. Qui gli ospiti del centro, temendo che fosse in atto una “spedizione punitiva” nei loro confronti, si radunano per difendersi. Nel parapiglia che ne è seguito, il migrante eritreo è uscito con una ferita alla spalla, una specie di “puncicata”, come quelle diventate tristemente famose fuori dallo stadio Olimpico negli scontri tra tifosi.
Foto copertina da Il Tempo

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