Caro spiagge: quanto costa l'ombrellone negli stabilimenti

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2017-07-22

Nella gran parte dei casi, dal Nord al Sud, quest’anno gli stabilimenti sono più cari, con picchi da “record”. Ma la FIBA: sono stati fatti investimenti per migliorare i servizi

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Il Messaggero pubblica oggi un’infografica riepilogativa su dati del Codacons in cui si racconta quanto costano ombrellone e lettino nelle spiagge italiane: nella gran parte dei casi, dal Nord al Sud, quest’anno sono più cari, con picchi da “record”. Quest’anno balza in prima posizione Marina di Pietrasanta. AlTwiga, per il Presidential Gazebo – due letti marocchini, tavolo centrale, quattro lettini e, su richiesta, televisione e musica – si spendono mille euro. Al secondo posto, l’hotel Excelsior di Venezia, dove una capanna – due lettini, due sdraio, tavolino con quattro seggiole e tre teli da mare – in posizione centrale il costo è 410 euro in prima fila, area centrale. L’estate scorsa, con un lettino in meno, era 355 euro. Anche Porto Cervo ha sfondato il tetto dei 400 euro mentre l’anno scorso se ne pagavano 250.

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L’infografica del Messaggero su dati del Codacons (22 luglio 2017)

Anche il Tuscany Bay all’Argentario – balzato nella top list – dove una tenda con quattro lettini costa 150 euro, e Borgo Egnazia in Salento, dove per una “cabana” attrezzata, inclusi acqua no-stop e frutta, ne servono 120 a fronte dei 100 di agosto 2016.

Più bassi, ma comunque alti, i picchi a Fregene e Capalbio, dove per un ombrellone e due lettini la spesa si aggira sui 50 euro al giorno. Poco meno, 42 euro, a Sabaudia, e, con 35 euro, al Circeo. Si risparmia bastano 20 euro – a Torre di Cerrano. I rincari però sono diffusi. Secondo un’indagine Adoc, i prezzi per ingresso, ombrellone, lettino e sdraio, in media, sono aumentati del 2,3%. In Sicilia, dell’8%. Seguono Sardegna, con +7,5%, ed Emilia Romagna, con +6,6%. Stabili i costi in Lazio, Puglia, Marche, Campania, Abruzzo, Molise. Scendono in Basilicata, con una riduzione del 3,7%.

Tullio Galli, coordinatore Fiba-Federazione italiana imprese balneari, segnala però che i prezzi degli esercenti sono liberi e che gli aumenti possono arrivare nelle strutture che hanno fatto investimenti per migliorare i servizi.

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