Il cannone italiano da 600 colpi e il blocco farlocco delle armi alla Turchia

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2019-10-16

Mentre Luigi Di Maio ieri annunciava che avrebbe avviato un’istruttoria sui contratti in essere per la fornitura di armi alla Turchia l’embargo sulle esportazioni ancora non si vede. E così un cannone navale da 25 mm potrebbe partire in questi giorni dall’Italia alla volta di Ankara

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Ieri il ministro degli Esteri Luigi Di Maio era alla Camera per riferire sull’invasione della Siria da parte della Turchia e sugli attacchi contro i curdi siriani. Il ministro Di Maio ha informato i deputati di aver convocato nei giorni scorsi l’ambasciatore di Ankara per ribadire la ferma contrarietà all’azione militare e ha reso noto che il nostro Paese ha sollevato al Consiglio degli affari esteri dell’Unione europea la necessità «che tutti i 28 Stati membri aprissero una profonda riflessione sul blocco delle esportazioni di armamenti verso la Turchia».

Di Maio ha annunciato l’embargo sulle armi ma l’embargo non c’è ancora

Allo stesso tempo Di Maio ha annunciato che “nelle prossime ore” avrebbe formalizzato «tutti gli atti necessari affinché l’Italia blocchi l’esportazione di armamenti verso Ankara». In poche parole Di Maio ieri non aveva bloccato l’esportazione di armi italiane o prodotte in Italia verso la Turchia ma aveva solo detto che lo avrebbe fatto. E chissà se il deputato di Siamo Europei Matteo Richetti, che ieri sera era in piazza davanti al Pantheon per la manifestazione di solidarietà nei confronti dei curdi e della Sira aveva prestato attenzione a quelle parole. Perché da quello che Richetti ha scritto su Facebook oggi pomeriggio non sembrerebbe proprio.

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Perché Richetti oggi ha letto l’articolo su Repubblica di Annalisa Cuzzocrea dove viene raccontato della vendita del cannone automatico di progettazione svizzera Oerlikon KBA da 25 mm all’esercito turco. Un cannoncino capace di un rateo di fuoco fino a 600 colpi al minuto che come tante altre armi utilizzate dalla Turchia viene prodotto in Italia. L’ordine, che risale al 2016, è per 12 cannoni. I pezzi vengono prodotti in Italia dalla tedesca Rheinmetall Defence.

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Un sistema STOP della Aselsan con cannone da 25mm [Fonte]

Si tratta di armamenti che possono essere montati su blindati (in Italia li montano i Dardo e i Freccia dell’Esercito) o su imbarcazioni militari (la Turchia lo utilizza sui sistemi navali ASELSAN STOP). Dei dodici Oerlikon KBA uno è stato consegnato nel 2017, cinque a marzo del 2018 e – rivela Repubblica – un altro è pronto in questi giorni per essere spedito. E potrebbe già partire per la Turchia prima che l’embargo entri in vigore.

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Un KBA montato su un Freccia dell’Esercito Italiano [Fonte: Wikipedia]
Semplicemente perché l’embargo sulle armi ancora non c’è. O meglio, non riguarda per ora i contratti in essere, quelli regolarmente autorizzati dai governi precedenti. In pratica l’annuncio di Di Maio potrebbe non avere alcuna conseguenza pratica. E questo Richetti lo sa bene, perché ieri alla Camera Di Maio ha comunicato «di aver dato immediate disposizioni per l’apertura di un’istruttoria inerente i contratti in essere». Il che significa che per avere un embargo a tutti gli effetti che fermi il trasferimento di armi e sistemi d’arma alla Turchia in base alle autorizzazioni già concesse bisognerà attendere l’esisto dell’istruttoria che dovrà presumibilmente chiarire se e come sarà possibile farlo. Ed intanto il cannone che è pronto per la spedizione nello stabilimento di Roma della Rheinmetall potrebbe essere già arrivato ad Ankara.

Foto copertina: un Oerlikon KBA imbarcato sulla corvetta della marina militare italiana Minerva via Wikipedia.org

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