La ventenne di Caivano speronata e uccisa perché amava un trans

di Antonio Murzio

Pubblicato il 2020-09-13

L’uomo è stato arrestato su disposizione della Procura di Nola con l’accusa di omicidio come conseguenza di altro reato e violenza privata

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Maria Paola Gaglione, 20 anni, di Caivano (Napoli), la cui morte era stata imputata a un incidente stradale, sarebbe invece morta dopo che lo scooter a bordo del quale viaggiava verso Acerra con il suo fidanzato sarebbe  stato speronato da quello del fratello Michele, 30 anni, finendo fuori strada. L’uomo è stato arrestato su disposizione della Procura di Nola con l’accusa di omicidio come conseguenza di altro reato e violenza privata.

La diciottenne di Caivano speronata e uccisa per una relazione con un trans

Maria Paola, che abitava nel Parco Verde di Caivano, già tristemente noto per le vicende riguardanti gli abusi e gli omicidi dei piccoli Fortuna “Chicca” Loffredo e Antonio Giglio, aveva da qualche tempo una relazione con un ragazzo ventiduenne, Ciro, transessuale. Una relazione che il fratello  arrestato non accettava. Per questo, nella notte tra venerdì e sabato, Michele Gaglione avrebbe inseguito con il suo scooter quello della sorella e del ragazzo e l’avrebbe speronato fino a farlo uscire di strada in via degli Etruschi, strada che collega le città di Caivano, Acerra e Afragola. Sbalzata dal mezzo, andato a sbattere contro la recinzione di un campo, Maria Paola Gaglione è morta sul colpo dopo aver sbattuto il collo contro il tubo dell’impianto di irrigazione. Poco dopo il ragazzo, uscito indenne dall’incidente, secondo la testimonianza resa agli inquirenti, sarebbe stata raggiunto da Michele Gaglione che, senza neppure degnare di una occhiata il corpo esanime della sorella, l’avrebbe selvaggiamente picchiato, accompagnando il pestaggio con l’accusa di aver plagiato Maria Paola, “costringendola” a una relazione non gradita. Secondo quanto riportato da un quotidiano locale, Michele Gaglione, sposato e padre di due bambini, avrebbe pronunciato queste parole: «Ho fatto una stronzata. Non volevo uccidere nessuno, ma dare una lezione a mia sorella e soprattutto a quella là che ha “infettato” mia sorella che è stata sempre “normale”».

Secondo quanto riportato da Napolitoday, il fratello di Paola ha spiegato di aver mantenuto una distanza di sicurezza dal veicolo della sorella, ma la sua versione è al vaglio degli inquirenti. Aggiungendo:

Il pubblico ministero ha disposto l’autopsia sul corpo della vittima. La 22enne ferita di Acerra è ricoverata presso Villa dei Fiori, ha subito una frattura al braccio per la quale si è resa necessaria un’operazione.Don Maurizio Patriciello, parroco al Parco Verde di Caivano (dove risiedono entrambe le ragazze), conosceva sia la famiglia Gaglione che quella della compagna di Maria Paola, Cira, che ha scelto di farsi chiamare Ciro. «Non sapevo della relazione tra le due ragazze, ma sapevo della scelta di Ciro, che rispetto; per loro non sarà stato facile. Ancora oggi queste persone fanno fatica a farsi accettare. Sui social ho letto brutti commenti, attacchi tra le famiglie, ma è necessario stare calmi e attendere che le indagini facciano il proprio corso», spiega don Maurizio che officerà i funerali della ragazza nei prossimi giorni.

 

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