Banche, utili per 14 miliardi nel 2017

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2018-02-09

I maggiori istituti di credito tornano in territorio positivo dopo i bagni di sangue degli anni precedenti

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Le grandi banche italiane tornano in salute. Una decina di istituti ha già diffuso i preliminari – oggi tocca a Mps, Ubi, Carige, Mediobanca – dove si notano forti incrementi dell’utile netto, con un saldo parziale di 13,7 miliardi di euro. Soprattutto, tornano a fiorire i dividendi agli azionisti: un altro segnale di salute, che in caso contrario l’occhiuta vigilanza Bce esorterebbe a dirottare gli utili sulle debolezze dei bilanci. Ne parla oggi Andrea Greco su Repubblica:

Non è un ritorno al passato, comunque: i fattori della redditività 2017 sono diversi, e le pulizie contabili per alcuni (Creval, Carige ma anche Ubi, Banco Bpm, Bper, Bari, e diverse Bcc) proseguono. Tuttavia i segnali positivi inducono tanti investitori stranieri – noncuranti del voto con una legge elettorale bislacca che produce un quadro partitico più che bislacco – da gennaio sostengono le quotazioni di Piazza Affari, specie bancarie.

Nell’Europa a tasso zero sono ferme anche le crescite del margine di interesse sui prestiti (arretra per quasi tutti, a partire da Intesa Sanpaolo e Unicredit), mentre salgono con forza le commissioni, trainate dal buon andamento di Piazza Affari (+22% l’anno scorso) che spinge i clienti a investire nei fondi.

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Gli utili delle banche nel 2017 (La Repubblica, 9 febbraio 2018)

La doppia recessione italiana aveva centrato in pieno le banche, quintuplicando i crediti problematici fino a 350 miliardi lordi, e rendendole vulnerabili in Borsa e agli occhi del regolatore. Con le garanzie statali (i GACS) e la liberazione dai bilanci dei crediti inesigibili o di difficile esigibilità la situazione è migliorata. Il rafforzamento dell’economia, poi, ha migliorato i tassi di recupero dei vecchi crediti come il flusso dei nuovi deteriorati, che sulle stime Bankitalia a settembre 2017 è sceso ai livelli pre crisi (1,7% sugli attivi), con tasso di sofferenze calato al 7,8% sugli attivi.

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