Economia
Le banche italiane e quei 105 miliardi da restituire alla BCE
di neXtQuotidiano
Pubblicato il 2018-11-22
Nel 2020 scadranno i primi prestiti Tltro, ma entro giugno 2019 gli istituti dovranno sostituirli per il conteggio ai fini dei parametri di vigilanza. Rischio di nuovi rincari sul credito
Sulla testa delle banche della Penisola pende una spada di Damocle potenzialmente più pericolosa dello spread: la scadenza della prima tranche dei super-finanziamenti (denominati Tltro) erogati dalla Bce anni fa. Spiega oggi Il Sole 24 Ore che gli istituti di credito della Penisola furono i maggiori beneficiari di quei prestiti a tassi agevolati, dato che presero il 33% dei 730 miliardi erogati dall’Eurotower. Così ora sono quelli che in Europa devono effettuare i maggiori rimborsi: in scadenza ci sono, per le 7 maggiori banche italiane e solo per la prima tranche di finanziamenti Bce, ben 105 miliardi di euro secondo le stime di Deutsche Bank. Il quotidiano dice che in tanti sono pronti a scommettere che Mario Draghi annuncerà una nuova tranche di finanziamenti Tltro. Ma se così non fosse, qualche problema potrebbe presentarsi. E, in fin dei conti, a farne le spese potrebbe essere – come sempre – l’ultimo anello della catena: cioè il credito a famiglie e imprese.
Come si vede nel grafico, se fino a metà maggio le banche italiane pagavano sul mercato tassi leggermente superiori a quelli dei loro concorrenti esteri (circa 30-40 punti base), dopo quella data il mercato si è divaricato: le banche francesi e spagnole continuano a pagare più o meno gli stessi tassi d’interesse, mentre quelle italiane sono tra i 200 e i 300 punti base sopra.
Questa impennata dei rendimenti ha reso per gli istituti italiani molto difficile emettere bond. Infatti le emissioni si sono ridotte al lumicino. Ora che devono iniziare a rifinanziare i prestiti Tltro in scadenza, rischiano dunque di trovare la strada in salita. E si tratta di importi non indifferenti: nella sola prima tranche di Tltro (quella che scade nel 2020 ma che andrebbe rifinanziata prima del giugno 2019) Intesa Sanpaolo vedrà scadere 41 miliardi di euro secondo le stime degli analisti di Deutsche Bank , UniCredit 26, Banco Bpm 15, Mps 10, Ubi 10, Credem 1 e Mediobanca 2.
Per fortuna non andranno rifinanziate queste cifre per intero entro giugno 2019, perché per soddisfare il coefficiente «Net stable funding ratio» basterebbero emissioni inferiori (per motivi tecnici). Inoltre, come detto, questo coefficiente non è ancora obbligatorio. Però la Bce lo guarda. E il mercato idem.