La Banca Centrale di San Marino nei guai

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2017-11-18

Il direttore generale Roberto Capuano dà le dimissioni dopo un mese di lavoro. Prima c’era stato l’addio del governatore. I problemi di liquidità di banche e istituti potrebbero portare a gravissime conseguenze

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Il direttore generale della Banca Centrale di San Marino (BCSM), Raffaele Capuano, in carica da un mese, si è dimesso giovedì scorso. La scelta di Capuano è dovuta alla «posizione personale afflitta da mancanza di certezze giuridiche» dopo «la perquisizione domiciliare dell’abitazione messa a mia disposizione dalla banca avvenuta in mia assenza e senza la mia autorizzazione», si legge in una nota del Congresso di Stato che auspica un ripensamento da parte di Capuano in ragione “della professionalità dimostrata e della forte attenzione prestata al rilancio del sistema bancario” della Repubblica del Titano.

La Banca Centrale di San Marino nei guai

La Banca centrale di San Marino resta così acefala dopo la precedente uscita a settembre del Governatore, l’egiziano Wafik Grais. L’ex membro della Banca Mondiale era stato messo a dura prova dagli intrecci di potere locali che, qualche mese fa, lo avevano privato del suo dg, Lorenzo Savorelli, che a sua volta aveva parlato dei disastri nel credito sammarinese. L’improvviso addio di Capuano, ex dg della Covip e già dirigente del ministero delle Finanze, decapita completamente l’istituto.
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 Secondo l’Esecutivo della piccola Repubblica, “le continue polemiche su Banca Centrale, spesso coinvolta in spinose questioni giudiziarie, impongono infatti una definitiva chiarezza in tutte le sue articolazioni”. La nota aggiunge che “il Comitato per il Credito e Risparmio nelle prossime ore invierà una nota al Consiglio Direttivo di Banca Centrale per chiedere formali delucidazioni e per favorire eventuali azioni tese a garantire la continuità operativa dell’istituzione. Il Congresso di Stato infine auspica e si impegna formalmente affinché quanto è emerso nella nota del Direttore Generale Capuano sia approfondito e vagliato nelle sedi più opportune, dando concreta e celere risposta alle criticità rappresentate”.

San Marino e il riciclaggio

La situazione è figlia del terremoto che in questi anni ha colpito le banche dedite al riciclaggio e i 16 politici condannati per tangenti. A fine 2016 le perdite del sistema bancario erano pari a circa 900 milioni di euro (ora sfiorerebbero il miliardo), a fronte di un Pil locale che non arriva al miliardo e mezzo. Racconta Il Messaggero:

Ma come si arriva al buco da 900 milioni di fine 2016? Si parte con la Cassa di Risparmio di San Marino, costretta a fare rettifiche sugli attivi per oltre 500 milioni: 400 milioni sono crediti del gruppo Delta (la società di credito al consumo legata alla Cassa)riclassificati a zero. Poi c’è Asset Banca, che Savorelli aveva provato invano a ripulire, con un deficit di capitale superiore a 60 milioni e perdite totali passate e previste per più di 160 milioni.

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C’è inoltre bisogno di liquidità per far fronte alle richieste dei depositanti, che però il Fondo di Garanzia non è in grado di coprire e che si aggira intorno a 72 milioni. Infine c’è Banca CIS, in cerca di 50 milioni per coprire le sofferenze. Il resto, per arrivare a 900 milioni, va ascritto alle piccole banche. In tale deprimente scenario viene da chiedersi che cosa rischiano o quanto hanno già perso i fondi pensione di San Marino. Presto detto: Iss, che equivale all’italiana Inps,ha depositi nelle banche locali per circa 500 milioni. Presso Asset Banca ha 22 milioni, già bloccati visto il congelamento delle attività della banca. Quindi, ne ha circa 235 presso la Cassa che, come abbiamo visto, è in “difetto” di 500 milioni e pressoché illiquida.

Un classico problema di liquidità che può portare a conseguenze molto gravi.

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