Bakary Pozzi Dandio: l’italiano cancellato dalle leggi di Salvini

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-02-19

Adottato da una coppia di Melegnano quando era già maggiorenne, ora è senza permesso. Un anno fa gli insulti razzisti sulla porta di casa

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Di Bakary Pozzi Dandio, , doppio cognome, italiano e senegalese, arrivato minorenne in Italia con un barcone dopo qualche mese nei lager libici, adottato dal signor Paolo Pozzi e dalla moglie Angela Bedori, abbiamo parlato un anno fa quando la madre si rivolse all’allora ministro degli Interni Matteo Salvini quando il ragazzo era vittima di insulti razzisti attraverso scritte sulla porta di casa e del suo androne. Oggi Repubblica racconta che il ragazzo, adottato da maggiorenne, con sentenza del 2018  («quindi secondo la legge solo tra tre anni potrà fare domanda di cittadinanza italiana», spiega il padre) ha il permesso di soggiorno per motivi umanitari scaduto, «cancellato dai decreti sicurezza, che sarebbe proprio ora di abolire».

Che ingenui, i Pozzi. «Pensavamo di essere a posto, con l’adozione. È nel mio stato di famiglia, ha la residenza, ha il nostro cognome. La carta d’identità, la tessera sanitaria della Regione Lombardia. È nostro figlio. È italiano». Pare di no. Tocca quindi iniziare una pratica piuttosto complicata, già per ottenere il permesso di soggiorno. Pozzi e il figlio sono andati a Milano, al consolato del Senegal, «c’era una lunga fila di ragazzi, in attesa, fuori…», senza peraltro riuscire ad essere ricevuti.

«Dobbiamo chiedere il passaporto, e un documento che attesti che Bakary Dandio e Bakary Pozzi Dandio sono la stessa persona, e credo che sarà un’avventura». È la vita normale di chi azzarda e adotta un cittadino extracomunitario, peggio se è maggiorenne. «Nel frattempo non può godere in maniera piena dei diritti civili. Non può votare, ad esempio. Non può vincere una gara, portare punteggio alla sua società».

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«I decreti sicurezza hanno messo in strada un sacco di persone. Gli Sprar funzionavano, ma sono stati cancellati. Sono rimasti senza lavoro anche psicologi, medici, operatori, mediatori, assistenti sociali, qui come in tutta Italia». Non è questione di «regalare la cittadinanza, come dicono alcuni politici di destra. Peraltro, non è affatto regalata. Ma bisogna riconoscerla a chi ha un inserimento sociale effettivo, perché è il riconoscimento della dignità. Sennò, condanni un sacco di persone a vivere in un limbo senza nome. Loro, e anche chi li aiuta». Poi, «in Italia c’è questo clima tremendo», scritte contro gli ebrei e i neri, il razzismo è realtà.

Quando comparve la svastica contro i Pozzi, ci fu una manifestazione di solidarietà, 1500 persone in piazza. Ma poco prima di Natale altre scritte sono comparse sotto casa di «una famiglia ghanese.

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