I 300mila artigiani senza assegno ordinario

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-06-14

Il decreto “aprile” arriva il 19 maggio e stanzia per Fsba altri 765 milioni. Sommati ai 60 del Cura Italia fanno 825 milioni. Le richieste nel frattempo lievitano a 1 miliardo e 31 milioni con quelle di maggio. Il conto si pareggia a stento con i 188 milioni anticipati dal Fsba

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Non solo l’INPS:  anche il Fondo di solidarietà bilaterale per l’artigianato – Fsba – fa fatica a erogare l’assegno ordinario, l’equivalente della Cig, ai suoi iscritti: le imprese artigiane. Sono in coda almeno 300 mila lavoratori. Ma, soprattutto, mancano i soldi. Il governo ha stanziato 60 milioni nel primo decreto di marzo – Cura Italia – a fronte di un miliardo di richieste certificate dall’SR41 tra marzo e aprile (le prime 9 settimane). Il Fsba ha anticipato 188 milioni, per tamponare la crisi. Gli altri 765 milioni del decreto di maggio ancora non sono arrivati. E neanche basteranno. Spiega oggi Repubblica:

Tutte le imprese che sono artigiane in base al codice Ateco devono – o meglio dovrebbero – versare una quota a Fsba pari allo 0,60% del reddito imponibile previdenziale di ciascun dipendente: tre quarti a carico del datore, un quarto del lavoratore. Molte non lo fanno e il Fsba non può sanzionarle, sebbene poi pretendano – come è successo in questi mesi per 10 mila di loro – di avere la Cig. Questa quota, sommata a un contributo di 7,65 euro al mese per 12 mesi, assicura alle imprese gli ammortizzatori sociali in caso di crisi – assegno ordinario e assegno di solidarietà – e altri servizi, come rimborso spese per asilo nido, libri scolastici, sostegni all’innovazione tecnologica. In totale, tra le due quote, si tratta di 217 euro all’anno per ogni dipendente con imponibile medio annuo di 18 mila euro. Le imprese iscritte al Fsba sono aumentate di quasi 52 mila dal primo marzo a oggi. In totale sono 239 mila per oltre 952 mila artigiani. Quasi tutti gli artigiani d’Italia (1,2-1,4 milioni).

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Gli artigiani e il fondo per l’assegno ordinario (La Repubblica, 14 giugno 2020)

Il decreto “aprile” arriva il 19 maggio e stanzia per Fsba altri 765 milioni. Sommati ai 60 del Cura Italia fanno 825 milioni. Le richieste nel frattempo lievitano a 1 miliardo e 31 milioni con quelle di maggio. Il conto si pareggia a stento con i 188 milioni anticipati dal Fsba. Soldi da ripianare, per non lasciare il Fondo a secco.

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