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Alice Sebesta: il PM chiede l’assoluzione per la madre che uccise i figli a Rebibbia
di neXtQuotidiano
Pubblicato il 2019-09-24
Secondo lo psichiatra Alice Sebesta era affetta da “un disturbo schizoaffettivo di tipo bipolare” e al momento dei fatti “era totalmente incapace di intendere ma sufficientemente in grado di volere”
Il pm Eleonora Fini ha chiesto l’assoluzione, per vizio totale di mente, di Alice Sebesta, la detenuta tedesca che il 18 settembre dello scorso anno scaraventò i due figli, uccidendoli, nel reparto nido del carcere di Rebibbia a Roma. Il tutto, nell’ambito del processo, con le modalità previste per il rito abbreviato, davanti al gup capitolino, Anna Maria Govoni.
Alice Sebesta: il PM chiede l’assoluzione per la madre che uccise i figli a Rebibbia
“Adesso i miei figli sono liberi, gli ho dato la libertà”, aveva spiegato Alice Sebesta al suo avvocato perché aveva ucciso ieri i suoi figli gettandoli dalle scale del carcere. E mentre il ministero della Giustizia sospendeva il direttore della casa circondariale femminile, la sua vice e il vice comandante del reparto di Polizia penitenziaria, emersero all’epoca particolari sulla vicenda giudiziaria e carceraria della Sebesta che facevano pensare a una possibile sottovalutazione delle problematiche della 33enne nata in Germania e cittadina georgiana. Il Messaggero aveva riportato alcuni virgolettati dell’interrogatorio della donna: «Ho mandato mio figlio a Dio», aveva spiegato confusa nell’interrogatorio. «E la bambina, Faith?», le aveva chiesto la pm. «So che deve essere morta perché ha solo 6 mesi. Ho cercato un posto dove buttare i bimbi perché certamente andranno in cielo», la risposta della donna che, dopo avere appreso che Divine era in ospedale, aveva aggiunto: «Spero che anche il secondo bambino muoia,dopo questo incidente non sarà normale. Sono una mamma leone, non voglio che questo mondo li distrugga». «Sono nervosa, sto male, ho la testa piena. Mi aspettano in Paradiso… anche mia nonna mi aspetta lì», aveva detto.
All’epoca in un carcere tedesco venne rintracciato il padre dei piccoli, Ehis E., di nazionalità nigeriana, al fine di ottenere da lui l’ok per l’espianto degli organi, che però venne negato alla fine proprio dalla madre. Alcuni agenti di Polizia Penitenziaria avevano relazionato su alcuni comportamenti strani di Alice Sebesta, quei rapporti ora sono stati sequestrati nelle indagini. Di lì a poco avrebbe dovuto avere un colloquio con i genitori e a quanto pare temeva che le togliessero i figli. Il Fatto racconta che quando le altre recluse, per la maggior parte rom, si sono accorte dell’accaduto, sono corse a fare da scudo con i loro corpi ai bambini, mentre le agenti della polizia penitenziaria bloccavano la donna.
Le accuse nei confronti di Alice Sebesta
Il 27 agosto era stata intercettata dai carabinieri dei Parioli sulla tangenziale in auto con due uomini di cittadinanza nigeriana: dentro il veicolo venne rinvenuta la droga .«Mi hanno dato un passaggio per la stazione Tiburtina, dovevo prendere il treno per tornare a Monaco di Baviera, non sapevo della droga», aveva detto lei al giudice. Invece i due sono stati rimessi in libertà e lei è finita in carcere. Proprio per questo il suo avvocato aveva fatto ricorso al tribunale del Riesame: quello steso giorno, martedì, era stata discussa la sua richiesta di scarcerazione e i giudici si erano riservati di valutarla. Lei non sapeva nemmeno come fosse andata quando ha agito.
Lei però aveva dato anche molti segnali di malessere che sono stati sottovalutati. Il Messaggero raccontò che Alice Sebesta era stata sottoposta a un primo colloquio psicologico con i medici della ASL Roma 2, ma all’incontro non era presente un interprete dal tedesco e la donna si era dovuta esprimere a gesti. Gli operatori sanitari non l’hanno segnalata come soggetto a rischio e non hanno scritto che era stata in strutture psichiatriche fin dall’adolescenza, un’informazione che però potrebbe non essere stata fornita dalla stessa Sebesta. Nella relazione i medici avevano segnalato che era necessario un controllo più approfondito e hanno specificato che era necessario un interprete. Ma nessuno ha visitato la donna prima del giorno in cui ha ucciso i suoi figli. Nel pomeriggio, lo psichiatra Fabrizio Iecher sarà presente in aula per relazionare in merito all’attuale stato di salute della donna, e sul suo grado attuale di pericolosità sociale. Era stato lo stesso Iecher che all’esito dei suoi accertamenti medici legali, stabilì che Alice Sebesta fosse affetta da “un disturbo schizoaffettivo di tipo bipolare” e al momento dei fatti “era totalmente incapace di intendere ma sufficientemente in grado di volere”.
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