Economia

Perché la "nuova" Equitalia di Matteo Renzi avrà più poteri della vecchia

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2017-06-05

Dal primo luglio diremo addio ad Equitalia che sarà sostituita dall’Agenzia delle Entrate – riscossione. Due nomi diversi, stessi dipendenti, molti più poteri. E forse anche lo stesso Direttore

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La buona notizia è che i dipendenti di Equitalia non perderanno il posto di lavoro. La cattiva è che la “nuova Equitalia” non è poi così diversa dalla vecchia. Dal primo luglio, come aveva annunciato Matteo Renzi quando era Presidente del Consiglio, Equitalia sparirà. Ma al posto della S.p.a. arriva la nuova Agenzia delle Entrate-Riscossione.

Cosa succede ad Equitalia dal primo luglio

La chiusura di Equitalia è uno dei grandi successi del Governo dei Mille giorni di Renzi. Quando aveva dato l’annuncio della fine della società di riscossione Renzi era stato molto chiaro. Durante una puntata di “In mezz’ora” il Premier aveva detto: «In Italia c’è un sistema fiscale, fatto dal ministro Visco, che se tu non hai pagato una multa ti mangia tutto quello che ti può mangiare, noi questo sistema lo manderemo in pensione. Non c’è condono, se ti sei preso una multa la paghi ma non ci sono più gli interessi vergognosi che ci sono ora».

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Renzi a in Mezz’ora il 23 ottobre 2016 quando disse “Cucù Equitalia non c’è più”


Insomma, chi deve pagare multe o non ha pagato le tasse le dovrà pagare ugualmente. Solo che non verranno applicati più gli interessi che facevano lievitare l’importo delle sanzioni. A guidare la nuova Equitalia probabilmente ci sarà Ernesto Maria Ruffini, nominato nel 2015 da Renzi AD di Equitalia ed attuale Commissario straordinario che sta guidando la trasformazione da Spa ad ente pubblico. Equitalia infatti è una società posseduta per il 51% dall’Agenzia delle Entrate e il restante 49% dall’Inps.

Quali saranno i poteri dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione?

La nuova Agenzia delle Entrate Riscossione sarà un ente pubblico strumentale dell’Agenzia delle Entrate e sottoposto al controllo del Ministero delle Finanze. A differenza di Equitalia però il nuovo soggetto, proprio in virtù dell’essere un ente pubblico avrà a disposizione maggiori poteri rispetto a Equitalia. Ad esempio potrà accedere a qualsiasi banca dati telematica per verificare i redditi e i beni in possesso dei contribuenti per sottoporli eventualmente a pignoramento. Se prima Equitalia poteva sapere se e dove il contribuente aveva un conto corrente la nuova Agenzia potrà conoscere anche quanti soldi sono depositati e se sono stati spostati per evitare un pignoramento. Di conseguenza l’Agenzia potrà bloccare i conti correnti.  Ma il nuovo ente avrà anche il potere di conoscere dove lavora il contribuente in modo da poter pignorare lo stipendio.
 
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Inoltre in virtù del passaggio a ente pubblico i dipendenti diventeranno pubblici ufficiali con tutto quello che ne consegue rispetto agli atti redatti e prodotti dall’Agenzia. A tal proposito il sito Laleggepertutti.it sottolineava che i dipendenti di Equitalia verranno equiparati a quelli assunti per concorso pubblico anche se non lo hanno mai sostenuto. Sulla carta quindi la nuova Equitalia avrà poteri maggiori rispetto al suo predecessore. Questo almeno in teoria perché il governo ha la possibilità di “mitigare” l’approccio del fisco nei confronti del contribuente. Un’altra questione che ancora rimane in sospeso è quella delle cartelle esattoriali ancora pendenti. I debiti non verranno cancellati o condonati ma il passaggio da una struttura all’altra potrebbe rallentare l’attività di riscossione e far scattare la prescrizione. Ovviamente solo nel caso dei procedimenti che già sono sulla soglia della prescrizione.

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