I veri numeri dei rimpatri flop

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-07-22

500 al mese, 1 su 4 in Albania. Il Garante dei detenuti: in calo i migranti che l’Italia riporta negli Stati d’origine. Salvini ne promise 600 mila

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I veri numeri dei rimpatri flop sbugiardano definitivamente Matteo Salvini. Spiega oggi Alessandra Ziniti su Repubblica che i rimpatri di migranti irregolari sono in calo rispetto all’anno scorso, ma soprattutto che riguardano solo in parte chi arriva via mare. «Per la prima volta i rimpatri sono più degli sbarchi», uno dei ritornelli del ministro dell’Interno Salvini in questi mesi:

Non è vero. Fermando pure a 3.000 gli arrivi da gennaio a giugno sulla rotta mediterranea, di irregolari rimpatriati il monitoraggio volo per volo del Garante dei detenuti Mauro Palma — stando alla relazione depositata nei giorni scorsi in commissione Affari costituzionali alla Camera — ne ha contati 2.839. E tra questi i più numerosi (680, cioè uno su quattro) sono albanesi. Non certo arrivati su barchini e men che mai su navi umanitarie. […]

L’unico che, in qualche modo, funziona è l’accordo con la Tunisia che, come l’anno scorso, è il Paese da cui arriva la maggioranza dei migranti che entrano in Italia via mare. Quasi tutti migranti economici, quasi tutti senza diritto all’asilo. Sono i più numerosi, e anche quelli che più facilmente potremmo rispedire indietro, visto che i patti esistenti prevedono due voli charter a settimana da 40 persone ciascuno. Fatto un rapido calcolo, al ritmo di 80 a settimana, fino a metà giugno avremmo potuto rimpatriare più di 1.900 tunisini irregolari. Invece ci siamo fermati a 510, con soli 17 voli sui 48 previsti.

rimpatri flop

Sui 26 voli charter effettuati nel 2019 verso Tunisia, Nigeria, Egitto e Gambia sono saliti 566 migranti scortati da 1.866 poliziotti, uno a tre. Gli altri, diretti in Albania, Tunisia, Marocco, Egitto e Nigeria, sono stati espulsi su voli commerciali. Anche scorrendo la lista dei 6.398 irregolari rimpatriati nel 2018 ( in ribasso rispetto ai 6.514 del 2017), balza agli occhi che circa un terzo del totale sono stati rispediti in Paesi d’origine ben diversi da quelli che la narrazione salviniana collega a una presunta “invasione”: ai primi posti ancora Albania, poi Ucraina, Perù, Georgia, Moldavia, Brasile, Cina, tutti i paesi sudamericani e persino Stati Uniti, Svizzera e Singapore.

La media, si diceva, è di 500 persone al mese: se confermata, porterà a fine anno a un totale intorno ai 6.000. A conferma, se ce ne fosse bisogno, che gli oltre 40.000 nuovi irregolari creati dal Decreto sicurezza con l’80% di richieste d’asilo respinte sono andati a ingrossare l’esercito dei fantasmi che vagano nelle periferie.

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