I ventilatori russi che prendono fuoco arrivati a Bergamo e Milano

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-05-14

Hanno provocato una serie di incendi che avrebbero fatto 21 morti a Mosca. E, racconta il Corriere della Sera, ora si teme per quelli arrivati in Italia:

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Il surriscaldamento dei ventilatori polmonari Aventa-M, i respiratori artificiali che Vladimir Putin, dopo una telefonata in marzo al premier Giuseppe Conte, ha deciso di mandare in Italia e che sono approdati negli ospedali di Milano e di Bergamo, hanno provocato una serie di incendi che avrebbero fatto 21 morti a Mosca. E, racconta il Corriere della Sera, ora si teme per quelli arrivati in Italia:

La faccenda è grave e imbarazzante. Lunedì notte il Servizio federale di sorveglianza sanitaria ha sospeso in tutta la Russia l’uso dei ventilatori Aventa-M. Questi respiratori escono dagli stabilimenti d’un produttore degli Urali, la Uralskij Priborostroitelnyi Zavod, controllata dal colosso pubblico Rostec. I sospetti per ora riguarderebbero gli apparecchi costruiti in aprile. Ma il timore è che ci sia un difetto di fabbricazione: «Stiamo effettuando i controlli sulla sicurezza di tutti i dispositivi in dotazione a Mosca e a San Pietroburgo».

È per questocheil governo russo non escluderebbe di requisire ogni modello in circolazione. Avvertendo magari altri Paesi, come l’Italia, che hanno ricevuto gli Aventa-M e che grazie a
questi macchinari hanno fronteggiato l’emergenza delle terapie intensive: al momento, nessuna comunicazione è stata data alle autorità sanitarie in Lombardia. Nell’ospedale da campo del Papa Giovanni XXIII, a Bergamo, i ventinove Aventa-M arrivati dalla Russia sono stati utilizzati fino alla settimana scorsa. Nel reparto costruito alla Fiera di Milano ci sono solo tre pazienti attaccati ai ventilatori: «Ma quelli russi non li stiamo usando — spiega un medico—, ci bastano gli altri che avevamo già».

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Bianchi e blu, le istruzioni in cirillico. Trasportati con gran clamore e con 17 cargo atterrati a Milano, a Verona e a Bergamo. Avvitati alle pareti degli ospedali dagli Alpini e dai militari dell’Armata rossa, le telecamere a riprendere l’evento. «Testati e collaudati prima che entrassero in funzione», garantiscono fonti della Regione Lombardia. «Apparecchiature d ’altissimo livello», è sicuro un rianimatore bergamasco. I 150 Aventa-M spediti all’Italia,assieme a un centinaio fra medici, infermieri ed «esperti» russi, sono stati per Mosca una grande operazione di marketing politico (e l’occasione di polemiche, con tanto di minacce ai giornalisti «russofobi»).

Una donazione? Uno scambio di favori? Un acquisto? A metà marzo il premier Conte aveva difeso la trattativa,condotta in prima persona: sarebbe «una grande offesa per il sottoscritto e per Putin», era sbottato, il solo pensare a «condizioni» dietro questo «segno d’amicizia».

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