Attualità

Chi sono quelli del Veneto Fronte Skinhead di Como

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2017-11-30

L’assordante silenzio della Lega Nord sull’irruzione dei neofascisti ad un’assemblea di una rete di associazioni che si occupa di migranti finisce per appoggiare il metodo degli skinhead. Del resto le argomentazioni contro l’invasione sono identiche a quelle leghiste

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L’irruzione dei neofascisti del Veneto Fronte Skinhead alla riunione dell’assemblea plenaria della rete “Como Senza Frontiere” ha suscitato molte, prevedibili critiche. Il Segretario del PD Matteo Renzi ha dichiarato che «il Pd è in prima fila a dire che è uno scandalo e una vergogna, ma mi piacerebbe lo fossero tutte le forze politiche». Renzi auspica che sull’episodio di Como tutte le forze politiche siano unanimi nel condannare ogni tipo di violenza di impianto fascistoide.

L’imbarazzo sull’irruzione neofascista di Como

Non tutti però possono farlo. La Lega Nord ad esempio sembra avere qualche esitazione di troppo. Oggi a Omnibus su La 7 Claudio Borghi – che oltre ad essere consigliere regionale in Toscana è consigliere comunale proprio a Como – ha cercato di spiegare al pubblico che forse non si è trattato di una vera e propria irruzione. Borghi, che si limita a definire sgradevole l’episodio, ha sostenuto la necessità di “indagare a fondo” per scoprire se quella di “Como Senza Frontiere” fosse una riunione aperta a tutti o meno. Nel primo caso i neofascisti avevano tutto il diritto di partecipare e intervenire.
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Certo, il dubbio che le modalità dell’intervento, con i ragazzi disposti a circondare le persone in sala e l’oratore che ha preso la parola per poi andarsene dopo aver terminato la lettura del delirante comunicato non siano state proprio democratiche rimane.

Se neofascisti e Lega Nord condividono la stessa retorica anti immigrati

Non servono i manganelli per parlare di squadrismo, nel video si vedono persone completamente disinteressate al dibattito che impongono ai presenti l’ascolto delle loro argomentazioni. E del resto sulla sua pagina Facebook il Veneto Fronte Skinhead parla di “blitz” presso il chiostrino di Sant’Eufemia durante l’assemblea di Como Senza Frontiere.


Si capisce in ogni caso l’imbarazzo nel condannare il gesto. Il tono e il linguaggio del comunicato sono sostanzialmente gli stessi dei vari post di Matteo Salvini contro l’invasione e la sostituzione etnica contro il business di chi ci guadagna con i profughi, anzi le “risorse”, contro il “turbocapitalismo alientante” e contro gli “pseudoclericali irretiti dalla retorica mondialista”. Borghi ha anche aggiunto – parlando a titolo personale – che se fosse per lui un’alleanza tra Lega Nord e CasaPound la farebbe perché non considera violenta l’organizzazione di Iannone e Di Stefano.
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Salvini e Di Stefano (e quini la Lega e CasaPound) avevano già provato ad allearsi. Il risultato fu “Sovranità” la lista salviniana con cui Di Stefano si candidò alla Presidenza dell’Umbria. Non finì bene perché qualche mese dopo Salvini (e Giorgia Meloni) scaricarono i fascisti del terzo millennio.
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Non che questo tipo di retorica si appannaggio esclusiva del VFS. I più attenti avranno colto, nel lessico e nei contenuti, una certa contiguità con il pensiero di pensatori “non allineati” del calibro di Diego Fusaro, che da tempo si spende contro l’immigrazione di massa e la sostituzione di popolo operata dalle élite mondialiste che puntano a creare un esercito di apolidi. Antonio Acerra – rappresentante del Veneto Fronte Skinhead – ha parlato proprio di “un non-popolo figlio della modernità incontrollata”.

Il Fronte Veneto Skinhead: «Non siamo sicuramente chierichetti»

Il Veneto Fronte Skinhead fa sapere che il loro non è squadrismo né fascismo. La colpa è dei soliti radical chic con i gessetti colorati che vedono neofascisti e squadracce ovunque. Per la verità è questione di prospettive: per il VFS non è squadrismo perché loro sono abituati ad altre forme di aggressione. Non è possibile dimenticare i numerosi episodi di aggressione commessi da alcuni esponenti del VFS. Nel 2002 arrivarono le condanne per la violazione della Legge Mancino a carico di alcuni esponenti veronesi del Fronte. Successivamente quelle per l’omicidio di Nicola Tommasoli, ucciso durante un pestaggio. Uno degli autori – reo confesso – era un simpatizzante del Fronte, anche se i portavoce dell’associazione hanno sempre smentito. Ed è Verona uno dei centri nevralgici del Veneto Fronte Skinhead, lì vive il co-fondatore Piero Puschiavo. Anche Andrea Miglioranzi altro leader storico del VFS ha legami con i leghisti. Nel 2012 è stato candidato nella lista a sostegno dell’ex sindaco leghista Flavio Tosi che poi lo nominerà presidente di AMIA (la partecipata che si occupa della raccolta dei rifiuti). Non prima di aver tentato di farlo entrare all’Istituto per la Resistenza scaligero. La violenza squadrista c’è stata e c’è ancora. Come ha detto Giordano Caricino – Presidente del VFS – qualche giorno fa a Uno Mattina fino a che si trovano di fronte persone “intelligenti” sono disposti a discutere “pacificamente” in altri casi non hanno problemi a ricorrere a metodi più violenti. A Como è andata bene perché le persone che partecipavano all’assemblea hanno mantenuto la calma. Ma non si può negare che il metodo usato dal Fronte sia molto più che “sgradevole”. Quando sai che il tuo interlocutore non ha alcun problema a passare alle maniere forti stai già subendo un’intimidazione. Ed è questo fascismo strisciante che la Lega Nord dovrebbe condannare. Ma stranamente non lo fa.
 
 

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