Top e flop: il pagellone finale di Sanremo 2022 – di Iacopo Melio

di Iacopo Melio

Pubblicato il 2022-02-06

Il pagellone finale di Sanremo 2022: ecco tutti i voti

article-post

E anche quest’anno Sanremo è giunto alla fine, non senza sorprese, polemiche e colpi di scena. E i cantanti? Ecco il mio pagellone finale (poco tecnico e molto social) di tutti i concorrenti, nella mia classifica personale dal peggiore al migliore…

Le Vibrazioni = Avrebbero potuto avviarsi verso un fine carriera dignitoso, senza rischiare, lasciando a molti di noi dei bei ricordi adolescenziali… E invece no. Apprezzabile il tentativo, ma il risultato è stato pessimo, con un rock forse troppo carico di autostima. Menomale che l’ultima visione è stata quella del maestro Vessicchio! [VOTO 3]

Tananai = Talmente sconnesso dal mondo che a fine esibizione saluta con “Ci vediamo agli Eurovision” e, ufficializzato il suo ultimo posto in classifica, festeggia con gli amici il risultato ottenuto. Lo spirito guida, il maestro Miyagi che non ci meritiamo, ma che dovremmo tenerci stretto per imparare. [VOTO 3,5]

Rkomi = Ormai è chiaro, Rkomi era nella squadra di Amadeus al FantaSanremo, collezionando una dose incredibile di punti grazie anche alla complicità del direttore artistico. A parte questo, a leggere dai commenti online, il cantante ha lasciato senza dubbio il segno… Non proprio per il suo brano, ecco. Se non altro, però, nel suo caso, il problema di non capire il testo è stato secondario. Facciamo pure terziario. [VOTO 4]

Aka7even = Perfetto stile “da Talent”: lui carino, la canzone ammiccante, qualche stecca e parola biascicata che fa tanto genuino per chi guarda certi programmi. A parte il messaggio finale. Cioè, Aka, non so se abbiamo capito bene: com’è che è perfetta lei? Ecco, purtroppo temo che ce ne dimenticheremo presto, pensando ai suoi colleghi passati. [VOTO 4+]

Ana Mena = A me non ha mai fatto impazzire sin dal primo momento, ma se c’è una cosa positiva nella sua presenza è stata la lezione che ha dato a tutti: sempre sorridente e con l’aria da festa, nonostante i giudizi talvolta pesanti. Comunque tranquilli, si riprenderà la sua rivincita in estate, o magari al Castello delle Cerimonie, alla faccia di tutti i suoi detrattori. [VOTO 4,5]

Highsnob e Hu = Quando si sono presentati, la maggior parte del pubblico non sapeva chi fossero: da domani, ho il sospetto che la maggior parte del pubblico continuerà ancora a non sapere chi siano. Nel frattempo io continuo a non capire se la loro canzone mi piaccia o meno, magari vi farò sapere fra un anno. [VOTO 5]

Ditonellapiaga e Donatella Rettore = Peccato per Donatella perché ha dimostrato, se mai ce ne fosse stato bisogno, che sa stare benissimo sul palco, ancora, con la stessa grinta di sempre. Ma la canzone, a parte rimanere un po’ in testa e avere qualche frase ficcante, nel complesso non va. [VOTO 5+]

Yuman = Vincitore di San Remo giovani nonostante mostri un appeal da anziano. Andrebbe un po’ svecchiato, perché finché continuerà a pensare che basti un bel timbro per cantare Sinatra, sarà difficile fare la differenza. Insomma, l’impressione è che il motore ci sia, ma che sarebbe bello vederlo partire davvero. [VOTO 5,5]

Giusy Ferreri = Ha saputo fare di meglio, molto di meglio durante la sua carriera, se pensiamo a veri e propri tormentoni da lei firmati. Però l’immagine di lei col megafono è già un celebre MEME: può essere considerata una piccola vittoria? [VOTO 6-]

Matteo Romano = Ogni volta è sembrato che arrivasse all’Ariston dopo una mattinata passata in DAD, ed è stato forse questo che l’ha reso per il pubblico più adulto una sorta di “mascotte” di questa edizione. La canzone non piace a tutti, forse solo alla Generazione Z, ma lui ha l’aria da bravo ragazzo, educato e riconoscente, e speriamo tutti che quest’avventura gli porti tanta fortuna. [VOTO 6]

Sangiovanni = Prepariamoci perché anche la sua canzone la sentiremo per un bel po’ passare in radio, oppure girare tra i balletti di TikTok. Il suo omaggio a Bertoli, però, con la regina Fiorella Mannoia, è stato tra i miei preferiti (soprattutto per la Mannoia, diciamolo). [VOTO 6+]

Fabrizio Moro = Vince il premio Sergio Bardotti per il miglior testo: effettivamente la penna di Moro ha saputo toccare le corde giuste anche stavolta, ma su questo terreno la competizione era molto alta e potevano starci altri nomi (inevitabilmente penso a Truppi). Sorride sempre poco, e sempre poca è l’impressione di un cambio importante della musica nelle sue canzoni, ma ci interessa il giusto quando le emozioni si trasmettono in maniera naturale. [VOTO 6,5]

Giovanni Truppi = È chiaramente l’incompreso di questa edizione. Forse è mancata l’intimità che sa costruire in dimensioni ristrette, quando canta al pianoforte. O forse sono mancate altre dieci serate, perché più lo si ascolta e più che non si possono non cogliere sfumature interessanti. Peccato davvero, soprattutto per non avergli assegnato alcun premio. Speriamo almeno abbia avuto un’utile visibilità per farsi conoscere maggiormente. [VOTO 6,5]

Iva Zanicchi = Mi ripeterò, e mi scuso per la poca galanteria, ma Iva nazionale con la sua partecipazione a ottantadue anni si è confermata una solida colonna della musica italiana: sempre intonata e con una potenza che ad averceli i suoi polmoni! In più, sa prendersi il palco senza bisogno di muoversi, ballare e correre, portando una canzone d’amore di altri tempi, molto sanremese, fatta apposta per l’Aquila di Ligonchio. [VOTO 7]

Massimo Ranieri = Gara più che dignitosa per lui, che fa la sua bella figura conquistandosi in finale una standing ovation, con una canzone molto profonda e malinconica quanto basta. Un pezzo di storia dei nostri nonni, ma anche di chi potrebbe, oggi, diventarlo domani perché sta attraversando lo stesso viaggio in questo presente. Vite diverse accomunate da uno stesso difficile sogno. Fa piacere il premio della critica “Mia Martini”, che suona quasi alla carriera però. [VOTO 7]

Noemi = Non sa dire “ti amo” ma canta sempre bene, nonostante la sua canzone sia stata sottovalutata dai più. Nell’ultima esibizione si presenta vestita di specchi senza averne bisogno, brillando da sola per tutto il Festival. [VOTO 7+]

Michele Bravi = La delicatezza fatta persona. Non si smentisce neanche quando fa i complimenti a Drusilla o parla dei nonni tirando fuori le loro fedi. Bravo Michele, hai un mondo dentro e in questa edizione si è intravisto tutto. [VOTO 7+]

Emma = Con Francesca Michielin hanno rappresentato la quota femminista, alleata, attiva e di sorellanza, per dire letteralmente NO al patriarcato in prima serata al grande pubblico, con la grinta di sempre ma anche solo attraverso uno sguardo. Francesca ha rotto la “tradizione” di dare fiori soltanto alle concorrenti, mentre Emma si è fatta anche inseguire dai carabinieri per avere punti al FantaSanremo: potevamo chiedere di meglio? [VOTO 7,5]

Irama = Ha dedicato a sua nonna quello che è stato un vero e proprio pugno nello stomaco per chiunque abbia ascoltato: difficile far commuovere più di così. La canzone poi è molto bella e l’ha cantata bene. Un appunto extra, ha chiamato a duettare Gianluca Grignani, una persona difficile da gestire ma, comunque, un grande artista, e solo per questo, per aver controllato la situazione riconoscendogli un valore che altri avrebbero scansato per comodità, provando a metterlo in luce anziché lasciarlo alle sue ombre, si merita rispetto. [VOTO 8]

Achille Lauro = Niente da segnalare per l’ultima serata, presentandosi vestito da personaggio di GTA Vice City. Come ogni anno, ha saputo far parlare di sé attraverso la sua performatività piuttosto che come cantante: sicuramente carina la canzone ma senza troppe lodi, ricalcando una vecchia “Rolls Royce”. Il quadro complessivo, con il coro gospel alle spalle, è ciò che ha funzionato di più (oltre al fatto di aver cantato “Domenica” di domenica davanti alla Zia della domenica). Con Loredana Berté, poi, sono riusciti a creare un momento magico, un matrimonio sacro tra potenza e delicatezza. Alla prossima sorpresa. [VOTO 8]

La Rappresentante di lista = Energia pazzesca, così strabordante da prendersi con prepotenza mezzo bis di esibizione durante la finale. Sfacciati sempre, e sempre giusti. Il loro ritornello non ci uscirà più dalla testa. Anche per questo sarebbero stati perfetti per gli Eurovision, peccato davvero, ma è stato bello sperarci insieme. Menzione speciale ai loro outfit, sempre diversi e sempre spettacolari, non solo durante le esibizioni ma anche “in borghese” durante il loro soggiorno. [VOTO 8+]

Gianni Morandi = Riesce a portarsi a casa anche il premio “Dalla” della Sala Stampa, oltre a quello della serata cover per poi finire al terzo posto complessivo. Bellissimo ritrovare un Gianni sorridente, contagioso e sereno nonostante un ritorno non facile sul palco, per lui anche fisicamente. La canzone è un vero inno motivazionale da non dimenticare, e sarà forse per la situazione che stiamo vivendo che mi ha quasi commosso. [VOTO 8,5]

Dargen D’Amico = Per me è il vincitore assoluto di questo Sanremo: l’unico a portare un tormentone vero, facendo letteralmente ballare tutto l’Ariston, e portando uno stralcio di protesta politica sul palco, dentro e fuori la sua esibizione, ricordando i professionisti dello spettacolo e del mondo musicale, in questo periodo di difficoltà lavorativa. Una bellissima sorpresa, soprattutto per chi lo conosceva poco o niente. Ci mancheranno i suoi siparietti con Amadeus. [VOTO 9]

Elisa = Anni luce avanti, quasi eterea. In cinque giorni abbiamo finito le parole per lei, o forse non ne abbiamo mai avute di adeguate. Vorrei solo avere due anni per farmi cantare le ninnananne dalla sua delicatezza, per tutta la vita. Il premio “Bigazzi” le riconosce anche la migliore composizione musicale, ma la conquista più grande è stato vederla sciogliersi in dirittura d’arrivo e collezionare volutamente qualche punto al FantaSanremo, stracciando il ruolo da prima della classe. [VOTO 9+]

Mahmood e Blanco = Due semi-dei, presenza scenica e incastro perfetti. Una coppia che ha funzionato dalla prima all’ultima esibizione, ed è forse perché sapevamo tutti come sarebbe andata a finire che è stato bello sognare ognuno un proprio vincitore preferito, anche il più improbabile, ma in un universo parallelo dove tutto era possibile. Pazienza, va benissimo così. [VOTO 9,5]

RAFFAELLA CARRÀ = Mi sono commosso nel vedere il caschetto biondo della ballerina girata di spalle, mentre la voce di Raffaella proprio durante Sanremo ci ha proiettati indietro nel tempo. Un tributo da brividi. Ci manchi già troppo Raffaella, ma non ti dimenticherà mai nessuno. [VOTO 10]

AMADEUS = Ho letto su di lui pareri contrastanti durante tutta la settimana e così, uno dei conduttori più celebri della Rai, si riconferma apprezzato o meno in maniera divisiva per il grande pubblico. Comunque la si pensi, mettendo da parte il suo fin troppo rassicurante modo di condurre (e quella difficoltà ancora presente nel trattare le donne in modo paritario – ad esempio, per i fiori consegnati anche agli uomini solo verso la fine del Festival, o quello stucchevole “bellissima” anteposto a caso ogni tot. minuti, come se altri complimenti a conduttrici o concorrenti fossero banditi, o ancora quando definisce Giovanna la “sua donna” anziché, che so, “la donna che mi sta accanto”), c’è un merito che mi preme riconoscergli: mai come quest’anno Sanremo è stato seguito da così tanti giovani. La scelta dei concorrenti ha fatto sicuramente la sua parte (figli dei Talent più seguiti, scalatori delle classifiche Spotify e vecchie glorie comunque social come Gianni Morandi, Iva Zanicchi o Orietta Berti), ma anche la creazione dell’hype per Drusilla Foer (azzardo che non dovrebbe essere considerato un azzardo in un Paese aperto all’altro, come lei stessa ci ha ricordato attraverso il suo monologo), la capacità di mettersi in gioco come spalla oltre che come conduttore, la sua autoironia non troppo forzata (“io nasco bruco e rimango bruco a vita” detto dopo l’esibizione delle “farfalle” di ginnastica ritmica, ad esempio), e un ritmo un poco più incalzante della competizione. [VOTO promosso]

MARA VENIER = Veramente la zia di tutte e di tutti, che alla prima occasione buona tira fuori il telefono e scatta una foto per pubblicarla sui suoi profili social o per spammarla su Whatsapp. Chissà quanto le saranno fischiate le orecchie in queste sere! [VOTO migliore presenza non protagonista]

SABRINA FERILLI = Dice di non voler fare monologhi, e poi fa il monologo a braccio più bello, divertente e meno retorico di tutti. Una lezione di cui c’è urgente bisogno. Bravissima attrice, grandissima donna, e poi sempre simpatica. [VOTO 9]

DRUSILLA FOER = Il bonus di questa edizione, adesso aspettiamo soltanto un programma condotto da lei in primissima serata. [VOTO 10]

LE FOTO MIGLIORI DELLA FINALE:

Commentate insieme a me Sanremo nel Gruppo Telegram dedicato, entra qui:
www.t.me/sanremo22

 

Potrebbe interessarti anche