Il pasticcio dei tamponi di rientro: tra chi salta i controlli e chi deve aspettare per giorni chiuso un casa

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-08-17

Il governo ha stabilito di fare il test del tampone a tutti coloro che rientrano da Croazia, Grecia, Spagna e Malta. M sui social ci sono numerose testimonianze, soprattutto in Lombardia: chi è arrivato il 13 agosto, primo giorno in cui era in vigore l’ordinanza, ha contattato la Asl, ma ancora attende che sia eseguito il test perché c’era Ferragosto di mezzo.

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Il governo ha stabilito di fare il test del tampone a tutti coloro che rientrano da Croazia, Grecia, Spagna e Malta. Ma, spiega oggi il Messaggero, è più facile a dirsi, che a farsi. Sui social numerose testimonianze, soprattutto in Lombardia: chi è arrivato il 13 agosto, primo giorno in cui era in vigore l’ordinanza, ha contattato la Asl, ma ancora attende che sia eseguito il test perché c’era Ferragosto di mezzo.

In particolare, si è parlato molto della storia di un trentenne di Milano, tornato il 13 a Malpensa dopo una vacanza a Mykonos con un gruppo di coetanei di altre città italiane. Uno degli amici è risultato positivo, lui ha contattato l’azienda sanitaria locale per eseguire il tampone, ma inutilmente, sempre a causa della pausa di Ferragosto. Il sistema sta vacillando perché sono decine di migliaia le persone che, giorno dopo giorno, stanno tornando dai quattro Paesi a rischio. E tutto dipende dall’aeroporto in cui si atterra. La Lombardia appare in ritardo: i tamponi non vengono  eseguiti né a Malpensa, né a Linate, né a Orio al Serio. Solo ieri l’assessore al Welfare, Giulio Gallera, ha detto che si sta studiando (quindi nulla di operativo ancora) «per poter effettuare  direttamente in prossimità o all’interno dei due scali milanesi i tamponi».

«In questi primi tre giorni abbiamo già registrato 5mila prenotazioni da parte di cittadini sul territorio dell’Ats di Milano». Eppure, altri aeroporti italiani sono già partiti: i tamponi si fanno a Venezia, a Perugia, a Pescara. E anche a Fiumicino, ieri, grazie alla collaborazione tra Adr e la Regione Lazio, è stata allestita una vasta area per chi arriva (si parla di circa 2.000 passeggeri al giorno) dai Paesi a rischio. Ieri sono stati eseguiti tamponi rapidi (circa 200 disponibili), ma anche tamponi molecolari. Oggi stesso servizio a Ciampino. L’assessore alla Salute del Lazio, Alessio D’Amato: «C’è stata grande disponibilità da parte di chi rientra dalle vacanze, anche se ovviamente c’è un tempo di attesa di 20-30 minuti, è stata apprezzata questa opportunità». L’alternativa nel Lazio, per chi magari arriva con altri mezzi, è registrarsi sulla app, e poi andare direttamente nei drive in a effettuare il tampone. In quello dell’ospedale San Giovanni grande afflusso, per questo ne sono stati aggiunti altri due, al Forlanini e a Santa Maria della Pietà.

test del tampone coronavirus

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