“Non rovinate la festa. Non chiamate la Polizia”: due ragazzine erano state appena stuprate a Marconia

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-09-12

“Non rovinate la festa. Non chiamate la Polizia perché questa è la festa di un mio amico”. Eppure durante quella festa due ragazzine, di 16 e 15 anni erano state da poco drogate, picchiate e violentate da un gruppo di otto ragazzi

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“Non rovinate la festa. Non chiamate la Polizia perché questa è la festa di un mio amico”. Eppure durante quella festa due ragazzine, di 16 e 15 anni, che non parlano italiano, erano state da poco drogate, picchiate e violentate da un gruppo di otto giovani, quattro dei quali, tra i 19 e i 23 anni, ora sono in carcere. É stata però proprio questa la frase utilizzata da una delle partecipanti al party, quando, in piena notte, un parente di una delle due turiste minorenni (che ha origine lucane) si era recato nella villa alla periferia di Marconia di Pisticci (Matera) per comprendere quello che era successo: uno stupro di gruppo. Lo stesso uomo ha riferito alla Polizia – la testimonianza è contenuta nei verbali che fanno parte dell’ordinanza firmata dal gip di Matera, Angelo Onorati. Repubblica ricostruisce la dinamica dell’aggressione che ha portato in  carcere — con le accuse di violenza sessuale e lesioni personali continuate e aggravate —Michele Masiello (di 23 anni), Alessandro Zuccaro (21), Giuseppe Gargano (19) e Alberto Lopatriello (22). Altri tre giovani sono indagati mentre resta da identificare l’ottavo membro del gruppo:

«Alla festa avevo bevuto due drink: il primo me lo ha preparato il barman, il secondo un ragazzo che avevo conosciuto lì. Non ho assunto consapevolmente stupefacenti ma credo che qualcuno li abbia messi nel mio drink, perché prima di berlo stavo bene e subito dopo male». È in quel «subito dopo» che inizia il racconto dell’orrore di una quindicenne inglese, che la notte del 6 settembre è stata violentata dal branco assieme a un’amica coetanea, a una festa a Marconia di Pisticci.

stupro marconia 1

Il gip Angelo Onorati ha ritenuto l’arresto l’unica misura possibile, considerato che si sono dimostrati «privi di freni inibitori e incapaci di qualsiasi forma di autocontrollo» e che hanno «fatto assumere alle vittime sostanze stupefacenti per stordirle e attirarle in un luogo buio e appartato» . Sordi davanti alle grida di due quindicenni che li imploravano di smettere mentre le violentavano a turno. «Ho gridato di finirla, dicevo stop stop, let me leave — ha raccontato una — capivano l’inglese ma mi hanno bloccata prima contro il cofano di una macchina poi mi hanno buttata a terra e a turno si slacciavano i pantaloni, ho cercato di difendermi, uno l’ho morso sul pene. Ho visto che uno di loro cercava di fare un video mentre quelli abusavano di me, non so se c’è riuscito»

In quella villa, si era bevuto tanto, e probabilmente si era fatto anche uso di sostanze stupefacenti, quasi sicuramente di cocaina. Gli esami fatti all’ospedale Madonna delle Grazie hanno accertato che le due ragazzine avevano assunto droga, “somministrata – è scritto nell’ordinanza – a loro insaputa da soggetti in via di identificazione”. Nei racconti di quella terribile notte fatta agli investigatori dai famigliari di una delle due ragazzine – che si trovano in vacanza in Italia da alcune settimane – si ritrova tutto lo “sgomento” per la violenza subita: tornate a casa “piangevano a dirotto, si trovavano in un evidente stato di shock ed erano completamente terrorizzate”. Nei verbali, i famigliari hanno usato anche la parola “bambine”, perché, per loro sono due “bambine”, la cui vita sarà per sempre segnata da quella maledetta notte di fine estate 2020

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