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Tutta la storia della banda degli aghi di Torino

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2017-10-11

Due denunciati (28 e 25 anni) e due ricercati per il ferimento dei passanti. Una delle due auto utilizzate era a nolo. Un altro dardo è stato trovato nell’abitacolo del Suv. Un gioco fatto per noia

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Gli agenti della Squadra mobile di Torino hanno individuato i componenti della banda degli aghi di Torino, che sparavano contro i passanti aghi lungi una decina di centimetri. Si tratta di quattro ragazzi, tutti torinesi, denunciati. Due, un 28enne e un 25enne, sono già stati rintracciati, gli altri due, invece, sono tutt’ora ricercati.

Tutta la storia della banda degli aghi di Torino

La sera del 25 settembre la banda degli aghi si è messa a scorrazzare per le vie del quartiere San Donato, a bordo di una Toyota Yaris e di una Porsche Cayenne. Un’auto di lusso, che però risulta noleggiata. Ridendo, i quattro giovani hanno dato il via al tiro al bersaglio: hanno preso la mira e hanno colpito cinque persone. Non obiettivi prestabiliti, ma scelti a caso tra chi era in giro nel borgo, nella zona tra piazza Rivoli e corso Lecce. Tra le vittime uno studente straniero, un impiegato, un adolescente appena uscito di casa e un medico che si occupa di agopuntura. C’è chi è stato ferito al braccio, chi alla gamba, chi alla schiena. E un 28enne è stato colpito alla nuca: una ferita lieve. Per puro caso, però, il dardo non è arrivato agli occhi provocando lesioni ben più gravi.
banda degli aghi torino
Per quanto riguarda gli strumenti utilizzati, si parla di dardi per la caccia ai piccoli volatili, spesso impiegati per il tiro a segno. Aghi d’acciaio lunghi una decina di centimetri con alla base un cono di plastica colorata. Per spararli basta una semplice cerbottana. Sui siti Internet si trovano a prezzi economici: un kit completo di dieci frecce si può acquistare per meno di dieci euro.

Francesco, Christian e la Porsche a nolo

I due fermati e identificati, scrive oggi La Stampa che per prima ha parlato del caso, non hanno confessato ma contro di loro c’è una valanga di indizi. Il primo, 25 anni, si chiama Christian e abita a pochi passi dalla zona in cui sono stati colpiti i passanti. Lui ha preso a nolo la Porsche. L’altro, 28enne, vive in un comune della prima cintura, verso Alpignano. Il suo nome è Francesco, alle spalle ha qualche precedente penale e nella vita – ufficialmente non ha un’occupazione stabile.

I loro alloggi sono stati perquisiti. Non è stata trovata la cerbottana adoperata quella sera, ma altri dardi identici a quelli utilizzati il 25 settembre: punte d’acciaio lunghe una decina di centimetri. Roba che si può comprare ovunque. E, su internet, si trova per pochi euro. Ancora: in un alloggio c’erano pure una balestra e alcune sagome per il tiro a segno. Basta? Niente affatto.

spara aghi torino dardi

La cartina dei colpi della banda degli aghi (La Repubblica, 5 ottobre 2017)

Un altro dardo è stato trovato nell’abitacolo del Suv. Certo, l’esame delle telecamere della zona, e le poche testimonianze raccolte, sono state fin qui fondamentali. All’appello, però, mancano ancora due complici. Chi sono? Amici loro, ovviamente. Anche se Christian e Francesco non hanno voluto dire di più se non qualche mezza parola, su una serata diversa dalle altre, un gioco fatto più per noia che per far male.

A quanto pare i quattro non hanno colpito altre volte. Per fortuna.

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