Stephen Paddock: il killer della più grande strage d'America che non aveva mai preso una multa

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2017-10-02

Nel passato di Stephen Paddock non sembra per il momento emergere nulla di strano, a parte il fatto che possedeva una decina di fucili d’assalto e che l’ISIS – rivendicando l’attacco – sostiene si fosse convertito all’Islam

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Il nome dell’autore della strage di Las Vegas è Stephen Paddock. A darne notizia è il dipartimento di polizia di Mesquite, in Nevada, dove il 64enne viveva. Nella stanza d’albergo di Paddock al 32esimo piano del Mandala Bay, dove Paddock era arrivato il 28 settembre scorso, gli inquirenti hanno trovato un vero e proprio arsenale: almeno 10 fucili. Paddock alloggiava nella stanza numero 135 dell’hotel dal 28 settembre e non è chiaro se il personale dell’albergo abbia tentato di fermarlo.

Chi era Stephen Paddock e qual era il suo movente

Secondo quanto ha detto al Guardian il portavoce del dipartimento di polizia di Mesquite (una cittadina a 50 Km da Las Vegas) non ci sono molte informazioni sull’uomo «Abitava nella nostra città, ma non abbiamo avuto alcun contatto con lui, in passato. Non risulta nulla nella banca dati della polizia: nessun arresto, nessuna telefonata contro di lui, nemmeno una multa stradale. Mesquite è una tranquilla cittadina di circa 20.000 abitanti, un posto “di pensionati e golfisti”, con tre grandi casinò e circa un omicidio all’anno». Secondo il Telegraph Paddock prima di trasferirsi a Mesquite nel 2016 ha vissuto a Reno dal 2011 al 2016 ma dal 2013 al 2015 pare avesse un indirizzo a Melbourne, in Florida. Negli anni Novanta ha invece abitato a Henderson – sempre in Nevada – e in California. Nel novembre 2003 Paddock aveva conseguito la licenza di volo per condurre monomotori.

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Fonte: CNN via Valigia Blu

Paddok è rimasto ucciso la scorsa notte quando gli agenti hanno fatto irruzione nella sua stanza d’albergo. Non è chiaro al momento se si sia suicidato o se sia stato colpito a morte dalla polizia. Secondo le autorità di Las Vegas l’uomo potrebbe essersi suicidato: “È stato colpito, non sappiamo se si è sparato o se è stato colpito dalla polizia”. Riguardo il movente che ha spinto l’uomo a sparare su una folla di decine di migliaia di persone le autorità hanno dichiarato che non è ancora stato possibile risalirvi.


Si è appreso che Paddock aveva fatto causa al “Cosmopolitan hotel and casino” di Las Vegas nel 2012. I dettagli non sono per ora disponibili ma gli atti mostrano che fu intentata per “negligenza/responsabilità” della proprietà. L’azione legale fu respinta senza possibilità di appello e le parti raggiunsero un accordo tramite un arbitrato. Il fratello di Paddock, Eric Paddock, lo ha descritto come “una persona che viveva a Mewsquite e a cui piacevano i burrito”.

Stephen Paddock è un terrorista dell’ISIS?

A Las Vegas Paddock ha ucciso 50 persone ferendone più di 400, ma per lo sceriffo Joe Lombardo è ancora presto per definire il massacro del Route 91 Harvest Festival un episodio di terrorismo interno. A chi gliene chiedeva il motivo Lombardo ha risposto: «dobbiamo stabilire prima quale fosse il movente, ci sono delle moventi diversi legati al terrorismo diversi dall’azione di una persona disturbate che vuole fare un massacro». Circola però anche la notizia che Paddock abbia agito in nome dell’ISIS. A dirlo è Amaq l’agenzia di stampa del gruppo Stato Islamico che rende noto che Stephen Paddock si sarebbe invece convertito all’Islam mesi fa.
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A tirare in ballo l’ISIS è il SITE che ha riportato due distinti comunicati dello Stato Islamico.
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In un primo viene rivendicato l’attacco mentre nel secondo comunicato di Amaq riferito da Rita Katz – direttrice del Site – si fa invece riferimento alla recente conversione di Paddock all’Islam scegliendo il nome Samir Al-Hajib. Non ci sono però conferme ufficiali sulla veridicità di quanto detto da Amaq.


C’è però chi, come la giornalista dell’ABC Demetria Obilor‏ fa notare che Isis o no in base alle leggi del Nevada il crimine commesso da Stephen Paddock è già di per sé un atto di terrorismo. Si riaccende così la polemica sul fatto che negli USA le forze dell’ordine siano sempre molto restie a parlare di terrorismo di fronte a stragi perpetrate da cittadini bianchi e che si preferisca sempre parlare di “lupo solitario” o di “persona con problemi mentali”. Quella di Las Vegas è la più sanguinosa strage commessa sul suolo degli Stati Uniti d’America. Ma dal momento che l’autore è un bianco in pochi vogliono parlare di terrorismo.

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