Stefano Vella ad Agorà e i brutti segni nell’epidemia di Coronavirus in Italia

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-07-06

Il docente di Salute globale all’università Cattolica di Roma, intervenuto ad ‘Agorà estate’ su Rai3 ha spiegato che non ci sono prove scientifiche che il virus si sia indebolito

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“Stabile a me non piace per niente come situazione epidemica. La stabilità” che caratterizza l’andamento della curva epidemica di Covid-19 in Italia “è un brutto segno”, perché così il virus è “certo che ritorna”. In realtà “purtroppo non ha smesso di circolare”, ed “è falso che sia meno infettivo” o “meno pericoloso”: lo ha precisato Stefano Vella, docente di Salute globale all’università Cattolica di Roma, intervenuto ad ‘Agorà estate’ su Rai3. “Certo – ha spiegato l’esperto – ci sono meno persone che vanno in ospedale perché ci sono meno casi e, siccome soltanto una piccola frazione” di infettati da Sars-CoV-2 “ha una malattia più grave, è chiaro che diminuisce” anche la quota di chi viene ricoverato. “Ma questo non è un segno che il virus si è indebolito. Non ci sono prove scientifiche che lo dicono”, ha avvertito Vella. “Chi lo dice mi fa arrabbiare moltissimo – ha aggiunto – perché è un messaggio molto pericoloso. Per questo poi la gente si assembra”. L’ondata dei contagi “spero che non riparta”, ha proseguito il docente, auspicando “che la sanità regionale riesca a cogliere i ‘fili di fumo'” che si levano dai focolai “e a isolarli come sta facendo adesso”. Vella ha invitato infine a considerare Covid-19 qual è effettivamente: “Un’epidemia globale” da trattare come tale: “Se è global, non possiamo ragionare local”.

stefano vella coronavirus

Vella ha anche spiegato che bisognava prepararsi per tempo alla pandemia: “Non è per farmi pubblicità, ma nel 2018 – ha ricordato l’esperto – in un articolo su ‘Repubblica’ avevo detto che questo sarebbe successo: non perché volevo portare male, ma perché chi si occupa di salute del mondo e di malattie infettive sapeva che queste cose succedono e sono già successe in passato”. Anche “l’Organizzazione mondiale della sanità lo doveva sapere e ci doveva dire ‘è successa questa cosa'”, ha osservato Vella. “All’inizio – ha aggiunto – abbiamo anche sbagliato ad affrontarla, perché le epidemie vanno gestite sul territorio, non negli ospedali che sono l’ultimo baluardo per salvare le persone. Adesso questo lo abbiamo capito” e un’altra cosa da capire è che Sars-CoV-2 – che peraltro “non è ancora andato via” – nei prossimi mesi “temo tornerà”.

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