La statua di Montanelli “completata” con la bambina 12enne a Milano

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-06-28

L’artivista Cristina Donati Meyer, ha ‘completato’ il monumento a Indro Montanelli, integrandolo con la bambina dodicenne, schiava sessuale, che il giornalista comprò in Eritrea, durante l’occupazione italiana

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L’artivista Cristina Donati Meyer, ha ‘completato’ il monumento a Indro Montanelli, integrandolo con la bambina dodicenne, “schiava sessuale, che il giornalista comprò in Eritrea, durante l’occupazione italiana” si legge in una nota che aggiunge: “Non occorreva colorare la statua, era sufficiente aggiungere, sulle ginocchia del vecchio la bambina eritrea di 12 anni della quale abuso’ da soldato colonialista”.

La statua di Montanelli “completata” con la bambina 12enne a Milano

Elusa la sorveglianza della polizia e scavalcando la doppia fila di reti e transenne, l’artista-attivista, ha posato in braccio a Montanelli il fantoccio di una bambina eritrea e affisso un cartello esplicativo: ‘Il vecchio e la bambina’. Gli agenti della polizia sono intervenuti prontamente, interrotto la performance e fermato l’artista che dopo essere stata identificata e’ stata rilasciata dopo circa un’ora.

“Non era mia intenzione deturpare il monumento, anzi. Quella statua ha avuto, dopo oltre un decennio, un ruolo fondamentale per riaccendere una discussione e una riflessione, mai fatta in Italia, su cosa significo’ l’invasione e colonizzazione italiana in Etiopia, Eritrea, Somalia e Libia”, afferma Cristina Donati Meyer che prosegue: “Gas nervino sulle popolazioni civili, bombardamenti, stupri di massa, stragi, schiavizzazione di ragazze e bambine, spose bambine, acquistate dalle famiglie, sottrazione di beni artistici e monumentali, risorse e terre. Dovremmo essere tutti grati a Montanelli e al suo monumento, il quale, fungendo- in taluni casi da capro espiatorio – ha consentito alle italiane e agli italiani di conoscere e fare i conti con un passato orrendo: quello delle guerre e aggressioni coloniali del fascismo”, conclude.

Foto da: Facebook

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