Attualità
Il 15enne di Torre Maura che sfida Casapound e la rosicata dei patridioti
di Giovanni Drogo
Pubblicato il 2019-04-04
Simone, un ragazzino di 15 anni, ha messo in ridicolo quelli di CasaPound che manifestano contro l’arrivo di settanta Rom in un quartiere della periferia della Capitale. E i soliti sovranisti attaccano la lagna del “se li porti a casa sua”, o anche peggio
«Io so de Tore Maura e non so d’accordo». Mentre il Comune di Roma sta a guardare e nell’ambito della sua favolosa strategia per il superamento dei campi Rom e l’integrazione di Rom, Sinti e Caminanti sposta famiglie come se fossero pacchi postali senza un minimo di vera gestione degli inserimenti abitativi Simone, un ragazzino di 15 anni, da solo manda in tilt gli attivisti sovranisti che da due giorni presidiano il quartiere della periferia romana.
Come Simone ha messo in ridicolo i patridioti di Torre Maura
«State a fa’ leva sulla rabbia della gente per racimolare voti. ‘Sta cosa di anda’ sempre contro le minoranze a me nun me sta bene» spiega il ragazzo, per nulla intimorito dal gruppo di attivisti di destra che si trova di fronte. Loro ci provano a spiegare che in italia i Rom sono la maggioranza, che una volta a Torre Maura si poteva lasciare la chiave attaccata alla serratura perché non succedeva nulla. Ma il ragazzo non molla. Rivolgendosi a Mauro Antonini, uno dei dirigenti di Casapound, spiega che «quello che è successo è solo uno strumento per far sentire alle istituzioni che Torre Maura è in una situazione di degrado. Per me il problema è se mi svaligiano casa, non se lo fa un rom. Questa cosa di andare sempre contro le minoranze a me non mi sta bene. Nessuno deve essere lasciato indietro, né italiani, né rom, né africani, né nessun altro».
Antonini a quel punto chiede «Ti sembrano una minoranza i rom in Italia?». «Mi pare proprio di sì – la sua risposta -, siamo 60 milioni». Il ragazzino non cede nemmeno quando uno degli attivisti del presidio gli si fa sotto, e con quel tipico fare di quelli di destra quando cercano di intimorirti, gli punta il dito addosso tenendolo ben fermo per le spalle. Un uomo fatto e finito di 52 anni che non sa come altro gestire l’imprevista contestazione.
Il disco rotto dei fascisti da tastiera
È colpa dei Rom se il Comune di Roma non dà alcun servizio agli abitanti di Torre Maura? La risposta è no. E questo dovrebbe dare qualcosa da pensare a chi il Comune lo amministra, magari parlando di complotti e coincidenze e che si sorprende che a Torre Maura ci sia un clima pesante di intolleranza e di odio. Su Facebook va invece in scena la rabbia sovranista. Perché non è assolutamente accettabile che un quindicenne abbia fatto fare una figura barbina a degli adulti. Sicuramente è indottrinato, spiega qualcuno. Mentre un altro cerca di vedere il bicchiere mezzo pieno visto che i fascisti “accettano critiche e confronto” a differenza dei fascisti dei centri sociali. Forse anche i fascisti si fanno qualche scrupolo a menare un ragazzino davanti alle telecamere e a due metri dal presidio della Polizia. Chissà.
Avendo finito le cartucce contro i Rom allora gli odiatori di professione se la prendono con lui. Figlio di papà, mantenuto, comunista. Qualcuno su Twitter lo paragona a Rami, un altro eroe della sinistra buonista.
C’è una tizia che è convinta che sia di origine Rom, come tutti quelli che gli danno ragione. Non c’è altra spiegazione perché si sa che tutti gli altri, gli italiani veri, sono contro i Rom e non li vogliono nemmeno vedere perché sanno quanto sono pericolosi.
Non mancano quelli che invitano il ragazzo (o la sua famiglia) a prendersene un po’ a casa lui di questi Rom, visto che gli stanno tanto simpatici. Oppure potrebbe andare a viverci in un campo Rom, così si rende conto di “chi cazzo so i rom” e già che c’è “portati pure tu sorella così so più contenti“. L’Italia non ha bisogno né di zecche né di Rom, solo di italiani veri, di quelli che a cinquant’anni balbettano risposte preconfezionate quando un quindicenne distrugge con fatti e logica le loro opinioni razziste.
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