La talpa in procura che forniva informazioni all’indagato

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2018-06-26

La funzionaria, il suo compagno (addetto all’ufficio scorte della Questura), tre agenti reparto volanti e due agenti del commissariato Fidene, avevano creato una vera e propria rete per fornire notizie in cambio di utilità. Lei si candidò nel 2016 con Salvini

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Corruzione per atti contrari ai doveri di ufficio, corruzione per l’esercizio della funzione, accesso abusivo a sistema informatico e rivelazione di segreti di ufficio. Con queste accuse 8 persone, tra cui 6 agenti della polizia, sono state arrestate dopo un’indagine dei carabinieri del Nucleo Investigativo di Roma. Le altre persone fermate sono una dipendente della Procura di Roma e un pregiudicato.

La talpa in procura che forniva informazioni all’indagato

Al centro della storia c’è una talpa interna alla Procura di Roma che dall’ottobre del 2017 ha fornito notizie coperte da segreto istruttorio ad alcuni poliziotti che a loro volta le giravamo all’imprenditore Carlo D’Aguano, titolare di bar e sale giochi e monitorato dalla direzione distrettuale antimafia per i suoi rapporti con la camorra. L’operazione dei carabinieri, coordinati dai procuratori aggiunti Paolo Ielo e Michele Prestipino, che ha portato all’arresto di nove persone, di cui sei appartenenti alle forze dell’ordine, ha fatto emergere l’attività illecita di una funzionaria che presta servizio presso l’ufficio di un procuratore aggiunto e che per mesi ha fornito notizie in tempo reale sulla indagine che riguardava D’Aguanno. La funzionaria, il suo compagno (addetto all’ufficio scorte della Questura), tre agenti reparto volanti e due agenti del commissariato Fidene, avevano creato una vera e propria rete per fornire notizie in cambio di utilità tra cui, denaro, quote societarie del gruppo D’Aguano e l’intermediazione per ottenere auto a prezzi di favore.

simona amadio ncs roma
Foto da: Simona Amadio NCS Roma su FB

Simona Amadio, la 50enne cancelliera in servizio presso la segreteria di un procuratore aggiunto di Roma, finita in carcere assieme al suo compagno poliziotto (in servizio all’ufficio scorte) aveva sposato la causa della Lega, candidandosi senza successo alle ultime elezioni amministrative del 2016, nella lista di  Noi per Salvini  e facendosi fotografare a suo tempo con l’attuale ministro dell’Interno. Nell’ordinanza cautelare firmata dal gip Cinzia Parasporo, viene riportato un dialogo tra la cancelliera e il compagno Angelo Nalci dello scorso marzo, in cui la donna “ripercorreva una conversazione avuta con Carlo D’Aguano che aveva necessità di qualcuno che gli potesse fornire informazioni circa l’esistenza di procedimenti penali sul suo conto”. La Amadio dice: “Io Carlo me lo voglio tenere, allora tu devi pensare amore, che come tutti ‘gli impiccioni’ lui ha amici poliziotti… la talpa in Procura… lui (D’Aguano, ndr)… la prima cosa che mi ha chiesto e’: ‘mi posso fidare?’…a lui gli serve un appoggio in Procura, cioè qualcuno che va ad aprire a va a vedere (il registro degli indagati, ndr)”. Tra gli arrestati c’è anche il 39enne Francesco Macaluso, in servizio presso il Reparto Volanti. Qualche tempo fa il poliziotto riuscì ad afferrare per le gambe un ragazzo di 28 anni che stava per buttarsi dall’ultimo piano di un palazzo in zona piazza Bologna, afferrandolo per i jeans e per la cintura. E non è stato il primo salvataggio da parte di Macaluso: parlando con i giornalisti in quell’occasione disse che era la quinta volta che aveva salvato una vita, “tutti uomini”.

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