La sentenza della Corte Europea dice che bisogna assumere 250mila precari?

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2014-11-26

Una precisazione necessaria sulla decisione della Corte. E quanto costerebbe assumere i precari della scuola al governo oggi

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La sentenza della Corte Europea sulla scuola dice che bisogna assumere 250mila precari? In breve: NO, ma il giudice italiano dovrà tenere conto della sentenza nella sua successiva decisione. La bocciatura delle supplenze a scuola che la Corte di Giustizia Europea è una sentenza importante perché spiega per filo e per segno cosa c’è che non va nella normativa italiana, che non prevede alcuna misura che possa prevenire il ricorso abusivo ad una successione di contratti di lavoro a tempo determinato. E nemmeno prevede «criteri obiettivi e trasparenti al fine di verificare se il rinnovo risponda ad un’esigenza reale, sia idoneo a conseguire l’obiettivo perseguito e sia necessario a tal fine», rileva la sentenza. E «non contempla neanche altre misure dirette a prevenire e a sanzionare il ricorso abusivo a tali contratti».
Ma è importante anche segnalare che la decisione di per sé non porta all’assunzione dei precari. Come è scritto chiaro e tondo nella sentenza, «Il rinvio pregiudiziale consente ai giudici degli Stati membri, nell’ambito di una controversia della quale sono investiti, di interpellare la Corte in merito all’interpretazione del diritto dell’Unione o alla validità di un atto dell’Unione. La Corte non risolve la controversia nazionale. Spetta al giudice nazionale risolvere la causa conformemente alla decisione della Corte. Tale decisione vincola egualmente gli altri giudici nazionali ai quali venga sottoposto un problema simile». Toccherà quindi al giudice nazionale ora prendere una decisione sulla causa promossa da due supplenti napoletane, Raffaella Mascolo e Carla Napolitano, che però rimangono ancora in attesa di sentenza. Mentre il governo ha già annunciato che vuole stabilizzare i precari della scuola. Secondo quanto si diceva all’epoca, il costo dell’operazione ammonterebbe a tre miliardi di euro. Il Giornale all’epoca si chiedeva dove trovare i soldi:

Il governo ieri ha presentato un ambizioso piano per costruire La Buona Scuola accolto con perplessità per quanto riguardala copertura finanziaria perle 150.000 assunzioni previste per il prossimo anno. Se davvero Renzi riuscisse nella titanica impresa di eliminare il precariato della scuola italiana soltanto per questo passerebbe alla Storia. Per quelle assunzioni occorrono 3 miliardi di euro e lo snodo cruciale sarà la prossima legge di Stabilità. «Aboliremoil precariato. Questa somma sarà ricavata dalla spending review», assicura il ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini.

Il quotidiano pubblicava anche questa infografica sul piano di stabilizzazione dei precari della scuola:
riforma scuola precari
Mentre il Corriere si concentrava sull’assenza totale di copertura, per ora, al piano:

Ma soprattutto per la parte del piano che riguarda da vicino gli studenti. In programma il potenziamento della storia dell’arte e del disegno nel biennio dei licei e degli istituti turistici (costo stimato: 25 milioni),un’ora di settimana di educazione fisica dalla II alla V elementare,due ore di musica al IV e V anno (sempre nella primaria), il coding (la programmazione informatica), l’economia in tutte le scuole superiori, gli incentivi (per 15 milioni) per la connessione internet wi-fi nelle scuole, l’aumento dei laboratori e delle esperienze di alternanza scuola-lavoro. E naturalmente il potenziamento dell’inglese, per evitare che i ragazzi lo parlino «come me, che più che english parlo globish», scherza Renzi.«Ci sembra uno sforzo importante di innovazione — sottolinea Mimmo Pantaleo (Cgil) —ma abbiamo bisogno della certezza di tempi e risorse». Un piano «ambizioso», secondo Francesco Scrima (Cisl) che «andrà valutato sull’attuabilità». E Massimo Di Menna (Uil) insiste: «Verificheremo l’entità delle risorse». Renzi assicura che «mettere soldi nella scuola non è un costo ma un investimento» e che i fondi saranno nella legge di Stabilità.Ma per ora certezze non ce ne sono.

E Repubblica selezionava in due infografiche le novità per insegnanti vecchi e nuovi:

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