Scuole chiuse: il decreto per gli esami light di maturità e terza media

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-03-30

Secondo il Messaggero è allo studio un provvedimento normativo idoneo per andare in deroga al decreto legislativo che regola l’attuale formula degli esami di stato

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Il ministero dell’istruzione sta valutando la formula più veloce per modificare in corso d’anno il decreto legislativo su cui si basano, oggi, le procedure di esame, mettendo in campo un decreto per gli esami light di maturità e terza media vista la situazione attuale che vede le scuole chiuse a oltranza per l’emergenza Coronavirus SARS-COV-2 e COVID-19. Spiega il Messaggero:

Il Governo infatti, in base al parere del comitato tecnico-scientifico, indicherà una nuova data di chiusura. E non è certo che sia quella definitiva, l’idea infatti è di prorogare di qualche settimana e regolarsi poi in base all’andamento del contagio da coronavirus. E’ ormai sicuro, comunque, che il 3 aprile non sarà l’ultimo giorno di chiusura degli istituti scolastici e che la data potrebbe spostarsi almeno fin dopo le festività di Pasqua.

Si andrebbe così avanti fino al 20 aprile. Se non addirittura alla prima settimana di maggio, concludendo così i 60 giorni di sospensione delle lezioni, partiti all’inizio del mese di marzo. La nuova scadenza sarà resa nota dal premier Conte in settimana. E da questa indicazione dipende, a filo doppio, anche il futuro di un milione di studenti: tanti sono infatti quelli che dovranno chiudere l’anno scolastico con gli esami.

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Secondo il quotidiano è allo studio un provvedimento normativo idoneo per andare in deroga al decreto legislativo che regola l’attuale formula degli esami di stato. Lo ha detto ieri la stessa Lucia Azzolina in una diretta social: «Stiamo lavorando all’esame di Stato e a breve vi daremo tutte le risposte.Abbiamo bisogno di un veicolo normativo che ci permetta di modificare il decreto legislativo 62 del 2017, sull’esame di Stato e l’esame di terza media».

La ministra ha poi confermato che per l’esame di Stato sarà previsto un presidente esterno e i commissari tutti interni: la scelta della commissione interna è dettata dalla necessità, di contrasto al contagio, di non far spostare decine di migliaia di docenti da una sede all’altra ma anche perché i professori, che in queste settimane di didattica online stanno lavorando a distanza con i ragazzi, sanno bene fin dove hanno svolto il programma e quindi potranno valutare in maniera più realistica gli esiti delle prove.

Si pone infatti in questa fase anche il problema della valutazione con cui portare i candidati all’esame: il decreto legislativo a cui fa riferimento la ministra e su cui serve una deroga prevede, infatti, che l’ammissione all’esame sia subordinata alla partecipazione alle prove Invalsi, alla frequenza del 75% del monte ore annuale di lezione in classe e prevede anche nuove norme in materia di valutazione degli apprendimenti e del comportamento. Salterà sia il limite massimo di assenze sia l’obbligo del test Invalsi.

Tra le incognite che il Miur dovrà chiarire, ci sono anche le misure di valutazione nelle singole materie e nella condotta. Non solo, da sempre lo spauracchio della maturità è la seconda prova scritta, peraltro multidisciplinare con greco e latino insieme, matematica e fisica o due lingue straniere: sarà difficile preparare una prova nazionale, uguale per tutti.

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