«Un positivo su 2 lasciato partire dalla Sardegna con sintomi»

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-09-02

Un report della Regione Lazio indirizzato al ministero della Salute fa il punto della situazione sui contagi di rientro dalla Sardegna. Evidenziando un dato allarmante. Molte persone sarebbero tornate con sintomi già evidenti

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I focolai di Coronavirus di rientro dalla Sardegna come la partita Atalanta-Valencia di febbraio che ha contribuito all’esplosione dell’epidemia in Lombardia. Il paragone è dell’assessore alla Sanità del Lazio Alessio D’Amato. E un report della Regione indirizzato al ministero della Salute fa il punto della situazione. Evidenziando un dato allarmante. Molte persone sarebbero tornate con sintomi già evidenti. Il Messaggero, che ha visionato il dossier, spiega:

Il rapporto è stato elaborato dal Seresmi, il Servizio regionale per la sorveglianza delle malattie infettive, e dal laboratorio di virologia dell’istituto Lazzaro Spallanzani. Due dati non lasciano indifferenti: tra i «764 casi con link epidemiologico alla regione Sardegna», si legge nel documento di cui Il Messaggero è in possesso, «449 (59%) sono casi con sintomi». Si tratta quindi di persone che, quando sono state sottoposte al tampone, una volta arrivate a Roma, avevano già «tosse, febbre o bruciore agli occhi», spiega l’assessore D’Amato. È una spia d’allarme che si accende sul sistema dei controlli a monte. Prima dei viaggi. Chi è arrivato con i sintomi, si presuppone li avesse anche quando si è imbarcato sul traghetto o è salito a bordo dell’aereo. «È un tema preoccupante – riprende il responsabile della Sanità laziale nella giunta Zingaretti – il Ministero della Salute ora dovrà affrontarlo. Anche per questo abbiamo deciso di realizzare questo rapporto e altre analisi saranno elaborate nelle prossime settimane dai nostri esperti».

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Per la Sardegna, a differenza di quanto disposto dal Ministero per Grecia, Spagna, Malta e Croazia, non c’è l’obbligo di effettuare il tampone al rientro. Il test del tampone è volontario e la Regione Lazio ha allestito 19 drive-in per effettuarli. Inoltre al porto di Civitavecchia è operativo un centro per i tamponi rapidi.

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