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Sandro Ottaviani, Fabio Manganaro e Silvio Pellegrini: i tre carabinieri a rischio processo per Cerciello Rega
neXtQuotidiano 18/12/2019
L’ex comandante della Stazione Roma Farnese ha detto che gli era stata consegnata una pistola da uno dei due carabinieri: non era vero. Gli altri due rischiano il processo per aver bendato il cittadino americano accusato del delitto e per aver scattato e diffuso la foto
Rischia di finire sotto processo l’ex comandante dei carabinieri della stazione di Roma-piazza Farnese, Sandro Ottaviani, perché attestò falsamente che la notte dell’omicidio del vicebrigadiere Mario Cerciello Rega, avvenuta il 27 luglio scorso, il collega di pattuglia Andrea Varriale gli aveva consegnato la pistola di ordinanza al pronto soccorso dell’ospedale Santo Spirito. La Procura di Roma ha chiuso questo filone di indagine, atto che precede la richiesta di rinvio a giudizio, contestando al luogotenente il reato di falso.
Sandro Ottaviani, Fabio Manganaro e Silvio Pellegrini: i tre carabinieri a rischio processo per Cerciello Rega
E non finisce qui. Perché ci sono altri due carabinieri che hanno ricevuto l’avviso di chiusura indagini dalla procura di Roma. I carabiniere Fabio Manganaro rischia l’accusa di misura di rigore non consentita dalla legge per avere bendato il giovane californiano Chistian Gabriel Natale Hjorth, mentre al collega Silvio Pellegrini il reato abuso d’ufficio e pubblicazione di immagine di persona privata della libertà per avere scattato la foto, poi diffusa. La Procura di Roma ha chiuso le indagini, atto che precede la richiesta di rinvio a giudizio, nei confronti di due militari dell’Arma in servizio all’epoca dei fatti in via in Selci.
Il procuratore facente funzioni Michele Prestipino e l’aggiunto Nunzia D’Elia, sulla scorta delle indagini dei carabinieri del Nucleo Investigativo, hanno notificato questa mattina all’ex comandante il 415 bis, atto che solitamente precede la richiesta di rinvio a giudizio. La foto di Gabriel Natale Hjort bendato è stata diffusa “su almeno due chat WhatsApp”. Questo quanto emerge dall’atto di chiusura indagini firmato dai pm della Capitale nei confronti di Silvio Pellegrini, il carabiniere che avrebbe materialmente scattato e diffuso l’immagine. La foto, diffusa su due chat WhatsApp, tra cui una dal titolo “‘Reduci ex Secondigliano’, con 18 partecipanti, veniva poi ulteriormente diffusa da terzi ad altri soggetti e chat” arrecando al giovane statunitense “un danno ingiusto”. Pellegrini avrebbe anche fornito “specifiche indicazioni sui primi risultati investigativi ottenuti (circa ad esempio il fatto che i ragazzi erano in cerca di cocaina) violando quindi i doveri inerenti alle funzioni o al servizio o comunque abusando delle sua qualità, rivelava a terzi notizie che dovevano rimanere segrete e comunque agevolava la conoscenza”.
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