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Il ristoratore nostalgico di Mussolini e Almirante che vota M5S

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2018-07-24

A San Vito Lo Capo c’è un ristorante tappezzato di immagini che ricordano il Ventennio e il Fascismo. Ma anche per il gestore ormai si tratta solo di ricordi, perché ora non si capisce più ché è di destra e chi è di sinistra. E gli tocca votare M5S

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San Vito Lo Capo, in provincia di Trapani, è il paese dove ogni anno si celebra il Cous Cous Fest; il festival del cous cous. Una pietanza che unisce dal punto di vista gastronomico e culturale la Sicilia al Nordafrica. A San Vito Lo Capo – racconta oggi Repubblica – oltre alle belle spiagge e al buon cibo c’è anche un’altra attrazione turistica, è il ristorante “da Alfredo”. Il locale ha una particolarità, che lo accomuna a molte osterie, bar e ristoranti della penisola: l’iconografia del Ventennio.

Quei locali pubblici gestiti da nostalgici del fascismo

Che in tutta Italia ci siano ristoranti arredati con cimeli del Duce, foto, busti e manganelli non è purtroppo una novità. E a quanto pare questo genere di collezionismo macabro è perfettamente legale (del resto la proposta di legge Fiano non è stata mai approvata in Parlamento). C’è chi arreda il proprio locale con quadri, foto o con vecchie pentole di rame e chi invece lo abbellisce con il maschio profilo italico della buonanima. Il che in effetti più che essere un omaggio a Mussolini sembra voler declassare il povero Duce a complemento d’arredo, quasi fosse un fermaporte.

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Su Tripadvisor c’è chi parla di cena “nostalgica”, ma non è chiaro se la nostalgia si riferisca ad un certo modo di intendere la ristorazione dei tempi che furono oppure proprio alla presenza, quasi ossessiva, di immagini che rimandano al periodo del Fascismo.

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Altri recensori sono più espliciti e parlano delle onnipresenti “sculture che ricordano Benito” con tanto di “altarino dedicato al Duce”. Ora però quel busto in marmo è stato rimosso, perché aveva “dato qualche problemino”. L’immagine di Mussolini però continua a campeggiare sul biglietto da visita del ristorante, aperto da Alfredo Vultaggio negli anni Novanta.

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via Facebook.com

Un biglietto da visita che però non viene dato a chiunque, solo a clienti “selezionati”. Che – si immagina – possono quindi apprezzare, oltre alla buona cucina, anche la “buona politica” del Ventennio.

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Ora la gestione è passata al figlio Salvatore, che però non rinnega nulla. Né delle scelte del padre né dell’epoca fascista. E spiega a Repubblica che «In famiglia abbiamo tutti le stesse idee. Ma ormai non si capisce più che cos’è la destra e cos’è la sinistra. Pensi che alle ultime elezioni io ho votato M5S. Dopo Giorgio Almirante di politici seri non ce ne sono più...». Insomma, nonostante i santini del Duce anche i nostalgici del fascismo si devono arrendere all’evidenza: i bei tempi andati non torneranno più. E così i fascisti sono costretti ad accontentarsi di quelli che dicono che non sono né di destra né di sinistra.

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