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Quargnento, la confessione di Vincenti
di neXtQuotidiano
Pubblicato il 2019-11-09
Un’assicurazione per 1 milione e mezzo di euro, “anche per fatto doloso” che avrebbe potuto risolvere i problemi economici dell’uomo il quale – come appurato dagli inquirenti – versava in una situazione “di esposizione fortemente debitoria”
Si terrà questo pomeriggio in carcere ad Alessandria l’udienza di convalida del fermo di Giovanni Vincenti, fermato nella notte dai carabinieri di Alessandria per l’esplosione della sua cascina di Quargnento in cui hanno perso la vita tre vigili del fuoco mentre due colleghi e un carabiniere sono rimasti feriti. Vincenti deve rispondere di disastro doloso, omicidio e lesioni volontarie.
Quargnento, la confessione di Vincenti
Vincenti ha confessato davanti al procuratore di Alessandria Cieri di aver messo a punto il congegno che ha provocato le due esplosioni; il suo obiettivo era probabilmente riscuotere il premio della polizza stipulata nell’agosto scorso. Un’assicurazione per 1 milione e mezzo di euro, “anche per fatto doloso” che avrebbe potuto risolvere i problemi economici dell’uomo il quale – come appurato dagli inquirenti – versava in una situazione “di esposizione fortemente debitoria”.
La procura valuta se contestargli anche la frode ai danni della compagnia di assicurazione “perlomeno nella forma tentata”. Indagata a piede libero anche la moglie. La svolta delle indagini è arrivata ieri pomeriggio dopo una perquisizione disposta dalla Procura nell’abitazione dell’uomo: sul como’, nella camera da letto, gli investigatori hanno ritrovato il foglietto di istruzioni del timer utilizzato per provocare l’esplosione.
Vincenti non ha detto alla polizia delle cinque bombole non esplose
Proprio un errato settaggio di uno dei due dispositivi, hanno spiegato gli inquirenti, ha provocato la prima esplosione nella cascina di Quargnento, che ha fatto scattare l’intervento dei vigili del fuoco e dei carabinieri. “Da ciò che abbiamo ricostruito con il contributo dei tecnici del Ris di Parma – ha detto il procuratore Cieri- il timer era stato settato all’una e trenta della notte ma, accidentalmente, era stato anche predisposto un programma ulteriore a mezzanotte. E verosimilmente questo settaggio a mezzanotte ha provocato la prima più modesta esplosione e ha allertato i soccorsi”. La seconda esplosione più devastante ha ucciso tre vigili del fuoco, Matteo Gastaldo, Marco Triches e Antonino Candido, ferito un carabiniere e altri due pompieri.
Un tragico epilogo, che Vincenti avrebbe probabilmente potuto evitare con una segnalazione alle forze dell’ordine dopo la prima deflagrazione. “A noi risulta – ha spiegato il procuratore Cieri – che la prima esplosione parziale e accidentale sia stata all’incirca a mezzanotte e qualcosa. All’una uno dei carabinieri chiama Vincenti e gli dice che stanno intervenendo nella sua abitazione, per spegnere l’incendio”. L’uomo però non svela che nella cascina ci sono altre cinque bombole non esplose. Per quattro giorni Giovanni Vincenti ha parlato di invidie nei suoi confronti, di possibili vendette ma ieri sera, proprio il giorno dei funerali dei tre vigili del fuoco, davanti all’evidenza delle prove, è crollato.
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