Attualità
Quali sono gli studenti universitari che potrebbero insegnare come supplenti a settembre
di neXtQuotidiano
Pubblicato il 2020-07-18
Il ministero di viale Trastevere chiama a raccolta gli studenti universitari, che in questo modo verrebbero avviati all’insegnamento direttamente in cattedra, non come tirocinio, prima del tempo
Nelle more dell’allarme lanciato ieri dai sindacati sul rischio che la scuola non riapra a settembre Il Messaggero racconta che il ministero della Pubblica Istruzione vuole mandare in cattedra gli studenti universitari:
La scuola online, infatti, resta una strada da evitare ma comunque in casi di necessità potrebbe prevista esclusivamente nelle classi delle superiori. Quindi il ministero di viale Trastevere chiama a raccolta gli studenti universitari, che in questo modo verrebbero avviati all’insegnamento direttamente in cattedra, non come tirocinio, prima del tempo. A settembre sarà infatti possibile entrare in classe senza laurea, nelle scuole elementari e materne: quando i dirigenti scolastici non sapranno chi convocare per coprire una cattedra rimasta senza docente, sarà possibile chiamare i laureandi in scienze della formazione primaria. E’ previsto nel regolamento delle nuove Graduatorie provinciali per le supplenze (Gps) a cui potrebbero essere ammessi anche gli studenti universitari.
Ogni docente potrà iscriversi alle Gps per una sola provincia, ma comunque per più classi di concorso. Sono previste due fasce diverse: la prima comprenderà tutti i docenti abilitati all’insegnamento per le classi di concorso scelte e, per la parte del sostegno, provvisti di specializzazione. Per la scuola dell’infanzia e per la scuola elementare la seconda fascia accoglierà dunque anche gli studenti iscritti al terzo, quarto o quinto anno di Scienze della Formazione primaria.
L’idea non ha incontrato il favore del Consiglio superiore della pubblica istruzione, che aveva chiesto al ministero di inserire solo gli studenti del quinto anno, quindi prossimi alla laurea, in possesso di un numero di crediti formativi non inferiore a 240. Non sono mancati quindi i pareri negativi, anche perché per insegnare alle scuole dell’infanzia e primarie oggi serve la laurea in scienze della formazione primaria: è così da circa 20 anni. Prima del 2000 bastava il diploma magistrale. Può stridere quindi, ora, l’idea di riportare in cattedra docenti che, praticamente, hanno solo il diploma. Ma, oltre alla necessità di mandare avanti la didattica, una procedura simile potrebbe servire anche agli studenti come esperienza sul campo, prima della laurea