Attualità
La psicosetta di Novara che riduceva in schiavitù sessuale donne e bambini
di neXtQuotidiano
Pubblicato il 2020-07-20
A capo un 77enne, ha operato per trent’anni. L’uomo, avvalendosi di collaboratori, per lo più donne, avrebbe reclutato giovani ragazze, negli anni anche minorenni, che poi sarebbero state indotte a pratiche sessuali
Una psicosetta con base operativa a Novara è stata scoperta al termine di una complessa indagine dalla Questura di Novara, che nella notte ha eseguito in collaborazione con il Servizio Centrale Operativo numerose perquisizioni oltre che a Novara anche a Milano, Genova e Pavia.
La psicosetta di Novara che riduceva in schiavitù sessuale donne e bambini
A capo della setta, i cui adepti erano in prevalenza di sesso femminile, c’era un uomo di 77 anni. Associazione per delinquere finalizzata alla riduzione in schiavitù ed alla commissione di numerosi e gravi reati in ambito sessuale, anche in danno di minore, sono le ipotesi d’accusa. L’operazione Dioniso è l’ultimo atto di una indagine iniziata due anni fa e coordinata dalla Procura della Repubblica di Torino – Direzione Distrettuale Antimafia.
La psicosetta era organizzata in forma piramidale, con a capo un uomo, oggi 77enne, e avrebbe operato per almeno 30 anni. Dalle informazioni raccolte, l’uomo, avvalendosi di collaboratori, per lo più donne, avrebbe reclutato giovani ragazze, negli anni anche minorenni, che poi sarebbero state indotte a pratiche sessuali. L’agenzia di stampa AdnKronos racconta che è stato il racconto di una delle vittime della psicosetta, scoperta in oltre due anni di indagini dagli agenti della Squadra Mobile di Novara, a far scattare l’operazione: “Lui decide tutto, chi puoi frequentare, dove puoi lavorare. Sceglie quali ragazze devono farlo divertire, se puoi o non puoi frequentare i nostri luoghi fatati. Lui è Lui . Noi lo chiamiamo Lui o il dottore, perché non possiamo nominare il suo nome, non ci è concesso”, ha detto la donna. “Lui”, oggi 77enne, chiamato “il dottore” veniva venerato dai suoi adepti come una sorta di Dio al quale tutti dovevano pedissequamente obbedire, pena l’isolamento dal gruppo settario. I leader della setta delle “bestie” (come si chiamavano tra di loro), al fine di raggiungere i propri scopi, veniva aiutato da alcune sue strette collaboratrici, vere e proprie aguzzine. Il gruppo criminale, grazie a un centro psicologico e una fitta rete di attività commerciali, tutte riconducibili alla setta – come due scuole di danza o una scuola di ‘Spada Celtica’, diverse erboristerie, una bottega di artigianato, e persino una casa editrice – riusciva a reclutare le ignare vittime da introdurre inconsapevolmente nelle dinamiche settarie.
Le ‘prescelte’, ragazze anche adolescenti o addirittura bambine come nel caso della denunciante, venivano introdotte alla filosofia della setta ed iniziate a ‘pratiche magiche’, tra le quali, soprattutto, pratiche sessuali, spesso estreme e dolorose, vere e proprie torture, che servivano, nella logica impartita dal leader, ad annullare ‘l’io pensante’, ad ‘accendere il fuoco interiore’ ed entrare in un ‘mondo magico, fantastico e segretissimo’. La setta finiva così per assorbire ogni aspetto della vita delle adepte, sia per quanto riguarda il loro ambito personale che familiare, e persino la loro formazione. In pratica, così come accaduto per le vittime finora accertate, o i membri della famiglia venivano inglobati nella setta e indotti a sottostare alle volontà del ‘Dottore’, oppure si imponeva alle adepte di tagliare ogni tipo rapporto con loro. Era ‘Lui’ a decidere l’indirizzo di studi, i corsi formativi o il lavoro che le ragazze dovevano effettuare, quasi sempre presso le attività commerciali legate all’organizzazione con il fine di vincolarle indissolubilmente al gruppo settario.
Dal racconto della denunciante è emerso che la setta aveva avuto origine a metà degli anni ’80 dalla fusione di due gruppi paralleli, la cui sede principale è collocata nella provincia di Novara, il luogo dove dimora abitualmente ‘il Dottore’ e da dove gestiva in maniera capillare, ogni movimento delle adepte. Nei circa 30 anni di attività della setta hanno partecipato, a vario titolo e con vari ruoli, un numero di persone ancora non compiutamente quantificabile, ma certamente elevato.