Attualità
I poliziotti indagati per i pestaggi ai detenuti nel carcere di Santa Maria Capua Vetere
di neXtQuotidiano
Pubblicato il 2020-06-11
Pestaggi denunciati dai familiari dei detenuti e che, a loro dire, sarebbero stati originati dalle proteste dei reclusi avvenute in carcere qualche giorno prima. La protesta della polizia penitenziaria per le notifiche
I carabinieri hanno notificato quarantaquattro avvisi di garanzia ad agenti della Polizia Penitenziaria in servizio al carcere di Santa Maria Capua Vetere (Caserta) per i presunti pestaggi di detenuti avvenuti il 6 aprile scorso. Pestaggi denunciati dai familiari dei detenuti e che, a loro dire, sarebbero stati originati dalle proteste dei reclusi avvenute in carcere qualche giorno prima. La Procura guidata da Maria Antonietta Troncone contesta i reati di tortura, violenza privata, abuso di autorità.
I poliziotti indagati per torture ai detenuti nel carcere di Santa Maria Capua Vetere
La notifica degli atti ha determinato tensioni stamattina, nel carcere di Santa Maria Capua Vetere (Caserta), tra la polizia giudiziaria (i carabinieri) e gli agenti della Polizia Pentenziaria. Alcuni sono saliti sui tetti per protestare contro le modalità adottate per le notifiche. Nell’istituto penitenziario casertano si è recato stamattina anche il procuratore aggiunto Alessandro Milita con due sostituti. Tra i poliziotti raggiunti dall’avviso di garanzia, anche il Comandante della Penitenziaria Gaetano Manganelli. Durante l’operazione i carabinieri hanno sequestrato i cellulari agli agenti indagati.
“Oggi è andata in onda una spettacolarizzazione assurda, macchine piazzate in mezzo al viale di accesso al penitenziario. Anziché fare le notifiche all’interno del penitenziario, con tutte le garanzie, si e’ assistito al fermo da parte dei militi dell’Arma di chiunque entrava e usciva dal carcere per identificazione. Una situazione incredibile e assurda, davanti ai familiari dei detenuti, senza alcun senso se non quello di determinare la ferma protesta dei poliziotti penitenziari, riversatisi in massa nel viale di accesso al carcere. Alcuni addirittura andati sui tetti della caserma”, racconta Donato Capece, segretario generale del sindacato di categoria. “Davvero non c’era altro modo per notificare gli atti per presunte violenze ai detenuti? Davvero era necessario fare questo show senza senso? Martedì sarò al carcere di Santa Maria Capua Vetere con il responsabile del nostro studio legale per portare la solidarietà al personale e la difesa gratuita. Massima fiducia nella magistratura, come sempre, ma va con serenità ribadito che le donne e gli uomini della polizia penitenziaria svolgono quotidianamente il servizio con professionalità, zelo, abnegazione e soprattutto umanità in un contesto assai complicato”.