Simone Pillon: il senatore leghista a processo per omofobia

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-04-09

Il leghista Pillon: “L’Arcigay fa adescamento nelle scuole”. Giovedì la sentenza

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Simone Pillon, senatore della Lega Nord sezione Medioevo, è a processo per omofobia, trascinato sul banco degli imputati da Omphalos, associazione Lgbt di Perugia affiliata ad Arcigay. Additati come adescatori di minorenni, si sono rivolti al giudice che ha rinviato a giudizio Pillon e ha fatto sequestrare e cancellare dal web la videoperformance del senatore che ha sostenuto, con tanto di volantini taroccati ad arte, che «quelli di Arcigay vanno nei licei e spiegano ai vostri figli che per fare l’amore bisogna essere o due maschi o due femmine e non si può fare diversamente e…venite a provare da noi, nel nostro welcome group».

Simone Pillon: il senatore leghista a processo per omofobia

A parlare della vicenda è oggi Repubblica in un articolo a firma di Alessandra Ziniti. L’episodio sul quale giovedi il giudice Matteo Cavedoni dovrà emettere la sentenza ha avuto come teatro il liceo scientifico Alessi di Perugia dove l’associazione Omphalos era stata invitata a tenere un incontro con gli studenti sul tema “Lotta al bullismo omofobico”.

«Spesso veniamo chiamati nelle scuole a dare il nostro contributo nella sensibilizzazione contro le discriminazioni, come riconoscere il bullismo omofobico. Portiamo anche materiale didattico sulla prevenzione delle malattie sessualmente trasmissibili e volantini informativi delle nostre iniziative — spiega Stefano Bucaioni, presidente di Omphalos — Pillon ha distorto i fatti, alterando il nostro materiale, omettendo quello (che ovviamente c’era) sull’amore tra due persone eterosessuali, facendoci passare per adescatori. Il giudice ha accolto la nosstra costituzione di parte civile e ha disposto il sequestro dei video ritenendoli “offensivi e lesivi della reputazione”».

Il testo: «Lei…lei lo sa come si fa l’amore?» (Risate) «Quali sono i due ingredienti che servono?» (Risate) «Un maschio e…?» (Risate) «Una femmina», grida qualcuno dal pubblico. «Allora lei è un bullo omofobico» (Risate fragorose)

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