Attualità
Paolo Giordana: la multa da levare all'amico del capo di gabinetto di Chiara Appendino
di neXtQuotidiano
Pubblicato il 2017-10-28
In un’intercettazione Giordana chiede a Ceresa di intervenire per una multa da 90 euro. L’altro accetta ed esegue
Nelle carte dell’inchiesta GTT c’è un’intercettazione che riguarda il capo di gabinetto della sindaca di Torino Chiara Appendino, ovvero Paolo Giordana. Intercettato al telefono con l’amministratore delegato di Gtt, Walter Ceresa, Giordana gli chiede di togliere la multa fatta a un amico sul pullman. La telefonata risale al 25 luglio 2017 e la conversazione si trova nelle carte dell’inchiesta per falso in bilancio: il capo di gabinetto, scrive il quotidiano, è intercettato. La conversazione comincia con l’annuncio, da parte di Giordana, dell’approvazione della delibera straordinaria del piano di rientro dei debiti pregressi verso la società. Poi si arriva al clou:
Ma come gli stessi investigatori sottolineano, la reale ragione della telefonata era diversa. Mettere a conoscenza l’amministratore delegato di Gtt che un suo amico è stato multato sul pullman. Giordana chiede un favore, insomma, cosa si può fare per questa multa? «Senti, io ti chiamavo per una cosa molto più prosaica. C’è stato un increscioso, come dire, evento». Così il capo di gabinetto della sindaca Appendino cambia argomento durante la conversazione con l’amministratore delegato dell’azienda dei trasporti.
«Un mio amico. Per carità, i controllori sono tanto bravi però un po’ troppo, come dire, quadrati. Praticamente un mio amico era sul pullman che stava per timbrare il biglietto e il controllore l’ha fermato dicendogli “lo deve timbrare 5 minuti fa, 1 minuto fa, 30 secondi fa. Adesso le devo fare la multa”. Non è tanto carina come cosa. Cosa possiamo fare?». L’ad di Gtt chiede cosa ha fatto l’amico e se ha la multa. E Giordana risponde che «ha la multa e il biglietto timbrato anche».
Paolo Giordana ha quindi telefonato per chiedere un favore approfittando evidentemente del suo ruolo di capo di gabinetto della sindaca. L’altro acconsente e il giorno dopo conferma al capo di gabinetto della sindaca che l’amico è salvo:
Ceresa a questo punto dice: «Sì, manda. Posso… Me la puoi mandare? Che faccio io!» Tra i due uno scambio di battute per capire come passarsi il verbale. Alla fine Giordana dice che gli invierà la multa via whatsapp perché «è più comodo, ce l’ho sul telefonino». E poi i convenevoli di chiusura, con un grazie mille da parte del capo di gabinetto all’amministratore delegato di Gtt.
Il 26 luglio Ceresa chiama il capo di gabinetto. Anche per questa telefonata i finanzieri rimandano le considerazioni del caso all’autorità giudiziaria. «Paolo, tutto a posto quella cosa che mi hai detto», dice Ceresa. Giordana risponde: «Quindi gli dico di stare tranquillo». La risposta di Ceresa è lapidaria: «Sì, sì, non gli arriverà la multa».
Questo il testo dell’intercettazione:
Giordana: «Senti ma io ti chiamavo per una cosa molto più prosaica: c’è stato un increscioso, come dire, evento. Un mio amico, per carità i controllori sono tanto bravi però sono un po’ troppo, come dire, quadrati. Praticamente un mio amico era sul pullman che stava per timbrare il biglietto e il controllore l’ha fermato dicendogli “no guardi lo doveva timbrare 5 minuti fa, 1 minuto fa, 30 secondi fa. Adesso le devo fare la multa” eh eh eh… come dire, non non è tanto carina come cosa. Ehm… Cosa possiamo fare?».
Ceresa: «Eh, ma lui cosa ha fatto? Ha la multa?»
Giordana: «Ha la multa e il biglietto timbrato anche».
Ceresa: «Si manda. Posso… Me lo puoi mandare? Che faccio io!».
Giordana: «Fai tu?»
Ceresa: «Sì, sì»
Giordana: «Cosa faccio? Mi faccio lasciare la multa e te la mando?».
Ceresa: «Si, si. Mandala pure a me». Giordana: «Guarda, io te la mando via whatsapp. Eh».”
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