Il morbillo in ospedale portato dal bimbo non vaccinato

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2018-11-11

Succede al Giovanni XXIII di Bari: un figlio di genitori no-vax ha contagiato altri, tra cui un bimbo che ora è grave

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Otto casi di morbillo già accertati nell’ospedale pediatrico Giovanni XXIII di Bari, un nono molto probabile e il rischio che possano essercene altri. Una bambina di 10 anni, figlia di genitori anti-vaccinisti, potrebbe aver innescato una catena di contagi. Che ha riguardato anche un bimbo di 11 mesi, ricoverato nello stesso reparto per otite e ora alle prese con una malattia molto grave.

Il morbillo in ospedale portato dal bimbo non vaccinato

La vicenda viene portata alla luce oggi dalla Gazzetta del Mezzogiorno in un articolo a firma di Massimiliano Scagliarini, che punta anche il dito sui protocolli di isolamento dell’ospedale, che a quanto pare non avrebbero funzionato. La bimba di dieci anni non vaccinata e figlia di no-vax viene ricoverata a metà ottobre. I protocolli prevedono la notifica immediata ai servizi di igiene pubblica e l’isolamento della paziente. Il morbillo contagia pure la sorella minore della bambina e un bimbo di 11 mesi ricoverato per otite e non vaccinato perché troppo piccolo:

Si ammalano anche (e finiscono al Policlinico) una donna di 37 anni e un ventenne, addetto alla sorveglianza del reparto del «Giovanni XXIII». Altri tre adulti contraggono la malattia e sono ricoverati al Policlinico, due con epatite e uno a rischio di sviluppare polmonite (sono tutte complicanze del morbillo), tutti e tre con una correlazione epidemiologica con gli altri: il contagio, a quanto sembra, potrebbe essere avvenuto al Pronto soccorso del Policlinico, dove una donna con sospetto morbillo è stata tenuta in osservazione per 12 ore.

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Morbillo: l’incidenza della malattia per classi di età (Fonte: bollettino mensile ISS)

E sembra non essere finita qui: ieri, sempre al Policlinico, ancora una volta tramite il Pronto soccorso, è stata ricoverata per sospetto morbillo una donna, madre di due gemelle, una delle quali era stata ricoverata al «Giovanni XXIII». Per avere la certezza del contagio si attendono le analisi affidate dal laboratorio di Epidemiologia.

L’epidemia all’ospedale Giovanni XXIII

Ora i medici sono al lavoro per cercare di comprendere la dinamica dell’accaduto. Si attende la fine dell’indagine epidemiologica, affidata al capo del dipartimento di Prevenzione della Asl, Domenico Lagravinese: bisogna capire, ad esempio, se la bimba di 10 anni non in regola con l’obbligo – sia stata sottoposta al procedimento di richiamo. In Puglia l’introduzione dell’obbligo vaccinale ha portato benefici, come conferma l’ultimo rapporto del gruppo Malinf della Regione. «Al 31 dicembre scorso – spiega la professoressa Prato – la copertura per il morbillo è cresciuta del 6,5%, ed a giugno era in ulteriore risalita». Colpisce, però, che ben 5-6 dei casi registrati riguardino adulti e non bambini. «I casi hanno una età media di circa 30 anni – aggiunge la professoressa- e sono ex ragazzini non vaccinati. Ma sono comunque tantissimi, se consideriamo che la Puglia è ormai una regione a bassissima frequenza di contagio».

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