Attualità
Come M49 ha trollato la provincia di Trento ed è fuggito dal Casteller
di neXtQuotidiano
Pubblicato il 2020-07-28
Meno di un mese fa la Provincia di Trento, decisa a calmare l’animale accusato di fare razzie tra mucche al pascolo e alveari, lo ha fatto castrare. M49 ha dimostrato che l’istinto selvatico è più forte. Alla prima occasione ha beffato l’esercito di esperti e di politici che pensavano di averlo così consegnato per sempre ad una vita in gabbia senza più desideri
Mentre le ultime notizie davano M49 (o Papillon) localizzato tra i boschi della Marzola, il monte sopra Trento e la zona è presidiata dai forestali, emergono una serie di dettagli molto interessanti sulla sua seconda fuga dal Casteller: lo scorso anno l’orso si era aggrappato alla rete elettrificata e l’aveva scavalcata, facendo perdere le proprie tracce nel buio della vegetazione attorno a Trento. Stavolta ha scelto lo stesso punto del recinto (non coperto dalle telecamere), ma ha cambiato tecnica: ha superato la barriera elettrificata, ha divelto la rete elettrosaldata piegando l’inferriata ed è «scivolato» fuori. Racconta il Corriere della Sera:
L’orso, in sostanza, da pochi giorni spostato dallo spazio di contenimento (dove era detenuto dalla cattura) all’area più ampia del centro faunistico, all’alba di ieri ha piegato l’inferriata dello spessore di 12 millimetri fino a ricavare un pertugio sufficiente per guadagnare la libertà. Ad accorgersi dell’evasione è stato il personale di guardia del recinto che a un certo punto ha registrato il segnale del radiocollare all’esterno del Casteller. Utile accorgimento: lo scorso anno, infatti, il radiocollare era stato tolto immediatamente dopo la cattura, mentre questa volta è stato mantenuto, permettendo dunque ai forestali e ai tecnici provinciali di localizzare quasi subito l’animale.
Repubblica conferma che M49 questa volta si è aperto un varco all’altezza del terreno, sopra il cemento posato per impedirgli di scavare un tunnel. Nella rete rimane ora un buco di mezzo metro tra le sbarre, spezzate e piegate:
È lo spazio in cui quest’orso straordinario di 4 anni si è tuffato per ritornare nei boschi della Marzola: la stessa montagna da cui era cominciata la sua prima avventura da latitante. Meno di un mese fa la Provincia di Trento, decisa a calmare l’animale accusato di fare razzie tra mucche al pascolo e alveari, lo ha fatto castrare. M49 ha dimostrato che l’istinto selvatico è più forte. Alla prima occasione ha beffato l’esercito di esperti e di politici che pensavano di averlo così consegnato per sempre ad una vita in gabbia senza più desideri. Dileguarsi tra il Lagorai e le Dolomiti questa volta però sarà difficile.
Luigi Boitani, zoologo dell’università La Sapienza e scrittore, in un’intervista a Repubblica esprime ammirazione per l’animale ma segnala che anche la sua fuga prova che attualmente rappresenta un pericolo:
Lei cosa farebbe?
«Intanto lo seguirei, con i miei studenti, per osservare il comportamento di un esemplare così eccezionale. Ma nessuno può garantire che quell’orso non faccia altri danni. Il video in cui
distrugge la porta di ferro di una malga è impressionante. Per fortuna nelle case che ha visitato non ha mai trovato uomini».Una testa calda?
«Ha mandato segnali molto chiari. È un maschio coraggioso, la castrazione finora non ha cambiato il suo comportamento e per gli uomini è un potenziale pericolo. A lasciarlo senza monitoraggio costante non mi sentirei tranquillo».La sua voglia di libertà ci affascina. È un simbolo?
«Non dobbiamo fare questo errore. Non è un santo, né un diavolo o un simbolo. È un orso e come tale si comporta. Noi uomini abbiamo la tentazione di attribuire al comportamento degli animali significati che sono nostri, non loro»
foto dal sito della Pat