Omicidio Vannini, la Cassazione annulla: Ciontoli verso il nuovo processo

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-02-07

La prima sezione penale della Corte di Cassazione ha annullato, con rinvio, la sentenza di secondo grado per l’assassinio del ventenne Marco Vannini, a carico di Antonio Ciontoli, condannato per omicidio colposo a 5 anni, per Maria Pezzillo, moglie di Ciontoli, e per i loro figli Federico e Martina

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La Corte di Cassazione ha annullato il processo d’appello che ha visto Antonio Ciontoli condannato per omicidio colposo e non per omicidio volontario. Questo vuole dire che dovrà svolgersi un nuovo processo. La prima sezione penale della Corte di Cassazione ha annullato, con rinvio, la sentenza di secondo grado per l’assassinio del ventenne Marco Vannini, a carico di Antonio Ciontoli, condannato per omicidio colposo a 5 anni, per Maria Pezzillo, la moglie, e per i loro figli Federico e Martina, la ragazza di Marco Vannini, condannati a 3 anni. Gli ermellini hanno accolto la richiesta della Procura Generale e il ricorso della famiglia Vannini, di rimodulare le condanne per omicidio colposo a carico degli indagati. In primo grado ad Antonio Ciontoli, accusato di aver materialmente sparato il colpo che uccise Marco Vannini era stato riconosciuto l’omicidio volontario e per questo venne condannato a 14 anni. i giudici di secondo grado, il 29 gennaio dello scorso anno, dichiarano Ciontoli responsabile di omicidio colposo, condannandolo a 5 anni di carcere e confermando la pena pari a 3 anni per i suoi familiari. I giudici di secondo grado, il 29 gennaio dello scorso anno, avevano dichiarato Ciontoli responsabile di omicidio colposo, condannandolo a 5 anni di carcere e confermando la pena pari a 3 anni per i suoi familiari.

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Oggi il pg di Cassazione Elisabetta Ceniccola aveva sollecitato l’annullamento della pronuncia d’appello, condividendo la tesi della procura generale di Roma e delle parti civili: quello di Vannini – ha sostenuto il magistrato – va inquadrato come omicidio volontario e la sua morte fu causata dai 110 minuti di ritardo nei soccorsi. Per questo, secondo il pg, va celebrato un nuovo processo davanti alla Corte d’assise d’appello della Capitale per valutare un aumento di pena per Ciontoli.

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La notte in cui tutto comincia è quella tra il 17 e il 18 maggio 2015, quando Marco Vannini, 20 anni, muore dopo essere stato ferito da un colpo di pistola nella casa della sua fidanzata, Martina Ciontoli, a Ladispoli. Alle 23 del 17 maggio Marco e’ a casa Ciontoli e si sta facendo una doccia, e’ la ricostruzione emersa dalle indagini: entra in bagno Antonio Ciontoli, sottufficiale di Marina e padre di Martina, per prendere due pistole che aveva riposto in una scarpiera. Marco, racconta Ciontoli, si mostra interessato a queste e lui, per gioco, pensando che l’arma fosse scarica, fa esplodere un colpo, che ferisce Vannini a un braccio. Quaranta minuti dopo, la prima chiamata al 118: a parlare e’ Federico Ciontoli, figlio di Antonio e fratello di Martina. Dice all’operatore che un ragazzo ha avuto un mancamento per uno scherzo. La cornetta passa alla madre, Maria Pezzillo, che chiude il telefono affermando che richiamera’ in caso di bisogno. Poco dopo la mezzanotte – ore 00.06 – al 118 giunge un’altra telefonata: stavolta e’ Antonio Ciontoli, che riferisce di un ragazzo che si e’ infortunato nella vasca da bagno con un pettine appuntito. L’operatrice sente in sottofondo lamenti e urla di Vannini. L’ambulanza arriva a mezzanotte e 23 minuti: a mezzanotte e 54, Ciontoli al Pit (Posto di primo intervento) di Ladispoli parla di un colpo partito accidentalmente. Viene chiamato l’elisoccorso per trasportare Vannini al Policlinico Gemelli: ben due volte sarà costretto ad atterrare per l’aggravarsi delle condizioni del giovane. Poco dopo le 3 del mattino del 18 maggio, Marco Vannini muore.

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