Non si può andare a scuola con il raffreddore: come funziona la regola dei tre giorni

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-06-28

Si deve stare a casa se si ha più di 37.5 di febbre o una «sintomatologia respiratoria». Fuor di linguaggio tecnico: non si può andare a scuola se si ha la tosse o il raffreddore

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Tra le linee guida del Comitato Tecnico Scientifico per la scuola c’è anche la regola dei tre giorni per il raffreddore: in aula si starà con la mascherina ma a fine agosto si valuterà un alleggerimento con l’abolizione per le elementari, mentre per i banchi vale la regola delle rime buccali:

Nelle linee guida sono contenute le indicazioni del Comitato tecnico-scientifico della Protezione civile, che sulla questione delle condizioni di salute per andare a scuola, sono molto chiare: non solo bisogna non aver incontrato persone positive al Covid nei 14 giorni precedenti né essere stati in isolamento. Si deve stare a casa se si ha più di 37.5 di febbre o una «sintomatologia respiratoria». Fuor di linguaggio tecnico: non si può andare a scuola se si ha la tosse o il raffreddore. Non solo, nel caso l’alunno abbia avuto questi sintomi deve restare a casa per tre giorni. È vero che le scuole potranno avvalersi di un medico per tutte le emergenze, ma queste riguardano più i casi di contagio che non le normali influenze o infiammazioni della gola che affliggono i bambini specialmente durante l’inverno.

regola tre giorni raffreddore
Le regole per la scuola (Corriere della Sera, 28 giugno 2020)

Chi controllerà allora? Il Cts esplicitamente spiega che «si demanda alla responsabilità individuale rispetto allo stato di salute proprio e dei minori». Regole sanitarie che valgono anche per le scuole dell’infanzia, perle quali è prevista la divisione degli studenti in piccoli gruppi che restino sempre negli stessi spazi, eventualmente anche peril pranzo, con giocattoli lavabili e assolutamente non portati da casa. Divisione in piccoli gruppi che per essere rispettata impone un grande investimento soprattutto in insegnanti, oltre che in spazi: oggi infatti in media le classi delle scuole dell’infanzia hanno in media 21,4 bambini.

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