Miscia Love: la morte di Imen Chatbouri sul Tevere

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-05-03

Ex campionessa d’atletica tunisina di 37 anni, è stata trovata morta ieri sulla banchina del Tevere, poco prima di Ponte Sisto, lato Campo de’ Fiori

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Su Facebook il suo alter ego era Miscia Love, i suoi amici la conoscevano tutti come “Misciù”. Imen Chatbouri, ex campionessa d’atletica tunisina di 37 anni, è stata trovata morta ieri sulla banchina del Tevere, poco prima di Ponte Sisto, lato Campo de’ Fiori. . Indossava i fuseaux,una giacchetta, le scarpe daginnastica rosa, non distante un borsone da palestra con dentro documenti e tessera del centro sportivo. L’ipotesi più accreditata è che sia volata giù dal parapetto del lungotevere dei Vallati.

Le prime risposte arriveranno dall’autopsia disposta già per oggi dal pm Giuseppe Bianco. E dalle frequentazioni della donna che ultimamente aveva trovato un lavoro saltuario come personal trainer e, spesso, si intratteneva come pr nei locali notturni della Dolce Vita di via Veneto facendo le ore piccole. Su Facebook il suo alter ego era “Miscia Love”, i suoi amici la conoscevano tutti come “Misciù”.

Pam, che con Imen fino a pochi mesi fa condivideva casa nei pressi di piazza Pio XI, zona Aurelio, è però convinta che non possa trattarsi di una disgrazia o di un suicidio: «Era felice perché le era stato accordato anche il reddito di cittadinanza – dice – non avrebbe più avuto problemi economici. Aveva lottato tanto per la vita affrontando e vincendo ben due tumori. Difficile credere che possa avere fatto un gesto volontario o che abbia perso l’equilibro, anche se beveva, con il suo fisico muscoloso e mascolino reggeva l’alcol». Una volta arrivata nella Capitale, una decina di anni fa, l’amore e la dedizione per l’atletica si erano presto infrante in un menage familiare molto diverso da quello che aveva sognato accanto al suo marito di origine palermitana.

L’ex marito è morto un anno fa. I due si erano comunque separati da tempo:

La sua vita cambia. Comincia a bere, «e quando era ubriaca diventava aggressiva, violenta, forse ha attaccato briga con qualcuno, ma non meritava una fine del genere», ricorda un capannello di conoscenti al bar di via Micara. «Una volta puntò un coltello in bocca a un ragazzo che l’aveva ospitata, spaventò tutti alla pasticceria siciliana sul piazzale, fece una sceneggiata, diceva sempre che non aveva paura di niente, che non aveva nulla da perdere».

Nei suoi ultimi post Imen si riprende con la videocamera del telefonino davanti alla Fontana di Trevi, uno dei posti che amava di più. Ma frequentava anche Ponte Milvio e Ponte Sisto dove andava a bere birra,stringendo qualche conoscenza.

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