Attualità
Chi ha avuto i video del presunto stupro di Viterbo rischia
di neXtQuotidiano
Pubblicato il 2019-05-03
Per le nuove norme sul Revenge Porn, chi ha diffuso quel materiale può essere indagato
Il Fatto Quotidiano oggi parla del presunto stupro di Viterbo, di cui sono accusati oggi Riccardo Licci e Francesco Chiricozzi, spiegando che penalmente per le nuove norme sul Revenge Porn, chi ha diffuso il materiale video può essere indagato.
Francesco Chiricozzi e Riccardo Licci (arrestati lunedì con l’accusa di violenza sessuale), infatti, non solo hanno documentato i loro rapporti sessuali con la donna (fotografata anche esanime a terra “in posizione fetale”), ma i video e le foto li hanno pure condivisi in due gruppi WhatsApp (“Gruppo Bazzi”e“Gruppo blocco studentesco”) e perfino con il padre di Licci, anch’egli militante di CasaPound, già candidato consigliere comunale a Viterbo.
Il Fatto sostiene che Roberto Licci, padre di uno dei due indagati, ha consigliato al figlio di eliminare i video, non rischia nulla in quanto familiare.
MA E LICCI SR, in quanto familiare dell’indagato, non rischierebbe nulla sul piano penale, per quanto riguarda i membri delle chat potrebbe scattare nei loro confronti l’iscrizione nel registro degli indagati per favoreggiamento, anche in relazione alle nuove norme da poco approvate sul revenge porn nel caso in cui qualcuno avesse a sua volta condiviso i video o le foto.
Quel che è certo è che mentre Chiricozzi aveva provveduto a cancellare dal suo telefono video, foto e chat, Licci, sul proprio Samsung, aveva conservato in una cartella chiamata “privato”il materiale “di estremo interesse investigativo”alla base del “gravissimo quadro indiziario” (“la vittima, con voce sfinita, ormai priva di una valida capacità reattiva, esortava i due a porre fine alle violenze”, scrive il gip) relativo all’accusa di violenza sessuale di gruppo contestata ai due militanti di CasaPound.
Infine, CasaPound aveva detto che Chiricozzi, eletto a Vallerano, si sarebbe dimesso a breve da consigliere. Ma le dimissioni non sono ancora arrivate.
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