Michela Morellato: le chat della moglie del soldato con il generale

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-03-31

Michela Morellato, moglie di un soldato della base Usa di Vicenza, ha denunciato un generale con cui ha chattato per sei mesi. Al Corriere spiega perché

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Michela Morellato, avvenente 32enne con trascorsi da fotomodella e showgirl, è moglie di un soldato americano della Base di Vicenza, con il quale ha messo su famiglia. Il marito è cioè un uomo della truppa del super generale Joseph Harrington, costretto alle dimissioni per averla contattata su Facebook e aver fatto con lei sei mesi di chat. Soltanto quelle. Racconta oggi Andrea Pasqualetto sul Corriere della Sera:

«Non c’è stato nulla fra noi, se non quelle chiacchierate. Mi spiace anche non parlarci più perché era un uomo intelligente e curioso. Mi chiamava sempre, da Vicenza, dal Marocco, dal Malawi e dai vari Paesi dove andava in missione… ho sbagliato a confidarmi troppo, lo facevo soprattutto se bisticciavo con mio marito e mi sentivo un po’ sola».

Non vi siete proprio mai incontrati?
«Mai. Cioè, lo vedevo in palestra alla Base, dove però non sapevo chi fosse. Avevo capito che era un chiaro maschietto Alfa perché la gente lo trattava con deferenza ma pensavo fosse per il suo fascino naturale. Un giorno mi contattò su Facebook: tu sei la ragazza che sorride sempre, keep smiling… Abbiamo iniziato a parlare delle famiglie, anche di religione. Dopo un po’ ha iniziato a flirtare. Ma io con lui ero stata chiara: niente sesso. In ogni caso, era piacevole».

michela morellato

Se era piacevole, perché l’ha denunciato?
«Perché mi ero seccata. Mi confessò che aveva detto tutto alla moglie. Ma la cosa che me le fece girare fu quando mi scrisse un messaggio facendomi passare per una matta, come se fossi stata io a perseguitarlo. Mi sentii offesa nell’orgoglio, scaricata, umiliata. E così decisi di raccontare tutto a mio marito».

Cos’ha fatto suo marito?
«Non l’ha presa molto bene, ma gli ho fatto capire che era meglio se andavo a bussare alla porta giusta: Amy Braley, la capa dell’ufficio molestie, che mi consigliò di rivolgermi a Washington. Un bel giorno mi chiamò il Pentagono, io testimoniai e chiesi l’anonimato sulla vicenda».

Foto da: Instagram Michela Morellato

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